Cronaca

Bimbo nato morto al Perrino, chiesta l’archiviazione del caso

BRINDISI- Secondo la Procura di Brindisi “Non vi fu colpa, nessuna negligenza o imperizia da parte dei medici e del personale infermieristico. Nessuna responsabilità neppure attribuibile al malfunzionamento degli ascensori dell’ospedale Perrino”. Da qui la richiesta di archiviazione dell’inchiesta  a carico di dieci sanitari del Perrino, accusati di omicidio colposo in relazione all’episodio del bimbo nato morto, con parto cesareo, lo scorso 7 gennaio.

Al momento la parte offesa si è opposta all’archiviazione. Il legale della famiglia, l’avvocato Giovanni Zaccaria, nel ricostruire la vicenda, aveva infatti sottolineato come proprio il guasto agli ascensori grandi, avesse costretto il personale medico ad utilizzare, per l’arrivo in sala, un percorso alternativo tra le rampe delle scale dell’ospedale.

La donna, secondo quanto ricostruito, è arrivata presso l’ospedale Perrino di Brindisi per un parto cesario già programmato per la mattina dell’ 8 gennaio, a causa di alcuni fastidi e la naturale preoccupazione del momento. La signora è quindi giunta autonomamente in reparto senza passare per il pronto soccorso. Secondo quanto risulta alla direzione della Asl, alle 21.55.

Ha raggiunto così l’unità di Ginecologia che si trova al nono piano con uno degli elevatori piccoli, gli unici ancora funzionanti. Poi, dopo la visita, i medici del reparto hanno consigliato alla 34enne di anticipare l’intervento. Consiglio accettato, tanto che la sala operatoria è stata allestita alle 22.30. Sala che si trova, però, al quinto piano. Ed è qui che, fondamentalmente, la storia deve essere chiarita.

A causa del malfunzionamento degli ascensori principali, la signora, trasportata in barella, ha dovuto seguire un percorso diverso, e immaginiamo più tortuoso, rispetto a quello “classico”. Non è chiaro, a questo punto, se vi sia una connessione tra il guasto degli ascensori e la nascita “senza vita” del feto, dichiarato morto alle 23.24.

Ora il legale della famiglia chiede che si proceda con approfondimenti investigativi per valutare non soltanto quanto abbia influito lo stop di un’elevatore, ma anche  l’operato dei medici coinvolti. 

 

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