Politica

Foresio come Emiliano: “Non è tempo di candidati di bandiera”

LECCE-  Michele Emiliano spiega le vele, bussola orientata verso la conquista della Regione, e la navigazione verso l’obiettivo sarà tanto più tranquilla quanto più alle minoranze PD non riuscirà l’impresa di trovare un candidato in grado di mettere in reale difficoltà l’uomo forte dei democratici di Puglia. Il segretario regionale, reduce dalla visita nel Salento, cerca di compattare le file, e continua a lanciare messaggi in direzione SEL, auspicando comprensibilmente che nella sostanza lo sfidante possa essere il solo Dario Stefano, esponente che ha certo un potere di attrazione al di là dei confini di Sinistra ecologia e libertà, ma che è pur sempre espressione del perimetro vendoliano, e nell’economia delle valutazioni dell’ex sindaco di Bari la provenienza del senatore vicino al presidente della Regione pesa: sarebbe molto più pericoloso un concorrente di area PD che potrebbe coagulare il consenso di vari malpancisti non in sintonia con Emiliano o a livello nazionale tutt’altro che renziani.

Adesso, a poche ore dal nuovo vertice regionale delle forze di centrosinistra, occorre definire gli ulteriori ingredienti delle primarie, al di là della data fissata per il 30 novembre, a partire dal turno unico o dalla doppia consultazione.  

Sul versante leccese è noto che i democratici non parlino con una voce sola, con il segretario provinciale Piconese orientato a sostenere Emiliano e dall’altra parte un fronte eterogeneo che – di concerto con altri esponenti pugliesi – lavora alla discesa in campo di un nome alternativo. Ma il capogruppo del PD a Palazzo Carafa, Paolo Foresio, all’indomani delll’assemblea provinciale di Tricase puntualizza: “Emiliano è il nome più forte per vincere. Sarebbe inutile assicurarsi le primarie e poi restare al palo alle regionali”, per questo – sottolinea – “non è il tempo di ulteriori candidati di bandiera espressione del PD”. Al contrario, non viaggia sulle stesse frequenze di Piconese quanto all’individuazione del candidato di scuderia in vista delle provinciali, rispetto alle quali la posizione di Foresio è netta: “Il nome non va individuato nel chiuso di una stanza, ma al contrario deve essere l’esito di un processo di legittimazione più ampio dal quale non possono essere esclusi gli amministratori locali. E non bisogna commettere l’errore di pensare – chiude – che le province siano già state effettivamente cancellate”.

In casa moderata – e in Forza Italia nello specifico – il terreno di confronto tra berlusconiani di stretta osservanza e parlamentari vicini a Raffaele Fitto da qualche giorno, dalla pubblicazione della lettera del ras magliese all’ex presidente del Consiglio, è diventato il percorso di definizione delle riforme istituzionali con il neo europarlamentare che ha invitato il Cavaliere a dialogare con Renzi senza subalternità, senza farsi ipnotizzare dal premier. Sono giorni in cui la richiesta di primarie sempre e a tutti i livelli – cardine della battaglia nazionale di Fitto – resta sullo sfondo, ma i contrasti su nodi sostanziali come riforme e natura del dialogo con il primo ministro confermano lo stesso dato: Raffaele Fitto punta a cambiare governance e direzione di marcia di un partito in evidente difficoltà. 

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