Politica

Sel a pezzi, ma Vendola prepara il colpo di coda pugliese

BARI- Il Sel è in frantumi: i sei vendoliani fuoriusciti, capeggiati da Gennaro migliore andranno a ingrossare le file del gruppo misto, formando un sottogruppo con i socialisti di Nencini. Il guaio è che l’emorragia di Sinistra Ecologia e Libertà potrebbe proseguire. Fratoianni è amareggiato: “Abbiamo fatto di tutto per non spaccare il partito- spiega al telefono – ora dobbiamo prendere atto della situazione”. Il 25 il partito si riunirà per decidere la strada da intraprendere.

Intanto,Vendola prova a tenere sotto controllo la situazione pugliese, visto che quella nazionale è definitivamente compromessa. Ancora una volta il governatore agisce da solo, nominando Pentassuglia in sostituzione di Elena Gentile, una mossa che infastidisce Emiliano, che avrebbe voluto essere consultato. “E’ stato consultato- rivela Guglielmo Minervini- ci sono stati due incontri”. Forse il segretario vuole scrollarsi di dosso la responsabilità della nomina.

Vendola sa che per rimettersi in piedi deve ripartire dalla Puglia: cerca di tenere sotto controllo l’egemonia del Pd e l’effetto Renzi, che rischia di fargli perdere anche Dario Stefano, dopo le primarie. Il senatore salentino è già in campo e ha annunciato la sua candidatura. “E’ il nostro candidato per le regionali- spiega Fratoianni – ma non è escluso che si candidi Vendola”.

Già, non è ancora escluso un colpo di coda che spiazzi il Pd: il governatore potrebbe sparigliare le carte e far saltare i piani non solo di Emiliano. Certo, dovrà fare i conti prima con i suoi guai giudiziari dovuti all’inchiesta Ilva. Nella segreteria regionale, però, non escludono ugualmente la candidatura del loro leader: sarebbe l’ultimo tentativo per frenare l’effetto Renzi in Puglia, che sta rischiando di fagocitare Sel. Infatti, nelle segreterie provinciali pugliesi di Sel sono in molti ad avere perplessità sulla eventuale candidatura di Stefano alle primarie di coalizione: c’è chi non si fida. Eppure il senatore è già in campo. “Vuole mantenere la visibilità alta – spiega una dirigente di Sel – dopo averne avuta tanta con la vicenda Berlusconi, ma non è scontato che sarà il nostro candidato. Non c’è mai stata un’assemblea con questo argomento all’ordine del giorno”.

Il Pd attende le mosse del governatore e intanto si prepara alla direzione del 27 giugno: martedì, invece, torna a riunirsi la segreteria. Bisogna fare le regole prima di tutto. Emiliano cerca di portare avanti l’ipotesi delle primarie interne al Pd a ottobre per poi procedere a quelle di coalizione a gennaio. È l’unico modo per non dare dispiaceri a Vendola. Intanto, nel Pd spuntano i nomi dei possibili candidati alla poltrona di governatore: Blasi e Minervini hanno chiuso un accordo, uno dei due scenderà in campo, supportato dall’area minoritaria, ma la stessa Elena Gentile potrebbe sfidare Emiliano nelle primarie interne: una mossa che per Minervini sarebbe il tradimento della fiducia di chi l’ha mandata a Bruxelles. 

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