Cronaca

Sblocca Italia: anche Mar Piccolo e Porto di Taranto tra le 101 opere incompiute di Legambiente

TARANTO- Anche il mar piccolo e il porto di Taranto nella carica dei 101 di Legambiente. Tante sono infatti, per il momento, le opere incompiute individuiate dalle associazioni in tutto il Paese. Lo Sblocca Italia, provvedimento rivolto dal premier Renzi ai sindaci, riceve risposta così con lo sbloccafuturo: un lungo elenco di cantieri bloccati per responsabilità diverse.

E, su questi temi, come poteva mancare Taranto? Due i blocchi individuati nel dossier di Legambiente: la bonifica del Mar Piccolo e il collegamento ferroviario del porto. 119 milioni destinati alla prima opera, per un’area “gravata dai veleni dell’arsenale militare e degli ex Cantieri Navali di Fincantieri e dal siderurgico”, spiega l’ associazione. Un lavoro che corre il rischio della completa paralisi, dopo le dimissioni per pensionamento del commissario straordinario Alfio Pini, nominato dal governo Monti. Paralisi che va a toccare , spiega l’ associazione, oltre che il risanamento di Mar Piccolo, anche i lavori di bonifica dei terreni contaminati dalle 4 scuole del quartiere Tamburi.

Anche per il porto c’è un progetto, ma è bloccato. Risale a 5 anni fa e prevede la realizzazione dei 750 metri di binari e il potenziamento della stazione ferroviaria di Cagioni. Eppure i finanziamenti ci sono: 25milioni e mezzo. Pronte anche le autorizzazioni. A bloccare il tutto però, spiega Legambiente è proprio il governo che non ha ancora dato di sapere ” se per tale opera si debba o meno chiedere la Notifica UE.

Dall’autunno 2013 insomma si assiste al rimpallo di pareri e responsabilità tra Ministero delle Infrastrutture, Ministero dello Sviluppo Economico ed RFI (soggetto attuatore del progetto), con buona pace – conclude l’associazione – della  competitività del porto di Taranto”. Sullo Sblocca Italia hanno risposto, nei giorni scorsi, al premier anche i sindaci di Manduria e di Ginosa. Il primo, Roberto Massafra, ha denunciato il fermo dei lavori della Bradanico Salentina agli anni 90.

La “strada fantasma” che frena turismo economia trasporti e sviluppo nel salento. E il secondo, vito de palma, ha richiamatio l’attenzione invece sui mancati interventi dopo le alluvioni del 2011 e del 2013 nel ginosino, e non solo. Proprio ai primi cittadini, Legambiente chiede aiuto per completare lo sbloccafurturo. Anche perchè, se è vero che l’unione fa la forza, si possa fornire una risposta più massiccia , e soprattutto efficace, al governo.  

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