Politica

Riparte il dibattito sulle riforme, Portaluri al Senato: “Meglio riforma organica, con 36 Regioni”

LECCE- Le elezioni europee hanno dato forza a Renzi e ai suoi intenti riformisti: ora riprende il dibattito sulle riforme istituzionali. Il governo punta su modifiche importanti della costituzione che possano rendere il paese governabile e competitivo a livello europeo. Cambieranno i rapporti tra Stato e Regioni e il ruolo del Senato sarà diverso: potrà pronunciarsi solo in tema di leggi di revisione costituzionale e leggi costituzionali.

Per evitare conflitti tra Stato e Regioni si punta sulla clausola di supremazia dello Stato: ogni volta che una questione, anche se di competenza regionale, riguarda interessi vitali dello Stato, le Regioni dovranno cedere i propri poteri all’autorità centrale. Il disegno di legge del governo Renzi è all’esame della I Commissione Affari costituzionali del Senato, che ha chiesto a costituzionalisti e amministrativisti, presidenti emeriti della Corte costituzionale e a Presidenti delle associazioni di Comuni e Province (l’ANCI e l’UPI) di essere uditi per esporre il loro punto di vista e dare il loro contributo di idee e opinioni.

La Facoltà giuridica dell’Ateneo salentino ha visto due suoi docenti, il prof. Vincenzo Tondi della Mura e il prof. Pier Luigi Portaluri, partecipare a questa iniziativa del Senato. Proprio per attendere la fine delle audizioni la Presidente della I Commissione, Anna Finocchiaro, ha spostato a giovedì 29 il termine a disposizione dei Senatori per proporre emendamenti, così da poter tenere conto di quanto emerso dalle osservazioni formulate da tutti gli invitati.

Ancora una volta il professore Portaluri chiede che il Parlamento si concentri su un disegno costituzionale organico di più ampio respiro. “E’ necessario pensare in grande, non limitarsi a piccoli rattoppi della costituzione – spiega- bisogna rivedere gli assetti territoriali cercando un equilibrio tra i territori. Questa riforma sembra lasciare in piedi l’esistente, marginalizzando alcuni territori. Sono necessarie invece regioni più piccole, collegate in modo organico ai centri decisionali statali mediante il Senato delle autonomie, così superando le situazioni di paralisi che stanno bloccando l’Italia, rendendola meno competitiva in Europa”.

Portaluri boccia le città metropolitane, che non saranno un beneficio per gli esclusi. Nella relazione al disegno di legge del Rio gli esclusi vengono definiti “comunità minori”. “Tutte quelle aree, compreso il Salento, che non rientrano nelle città metropolitane saranno minori anche dal punto di vista economico perché attrarranno meno risorse- chiosa l’amministrativista salentino.

“Sarebbe però auspicabile che il dibattito apertosi conducesse a un ripensamento generale dell’assetto territoriale italiano, ridisegnando il mosaico delle Regioni- continua il professore-. Si potrebbero prevedere Regioni più piccole, quindi in grado di amministrare in modo più efficiente e più vicino al cittadino: un accurato progetto in questo senso già esiste, a opera della Società geografica italiana, e si articola su 36 regioni, fra cui la Regione Salento”.

NUOVA CARTINA 36 REGIONI

Il dibattito sulla riforma degli assetti territoriali è aperto anche nel Salento e coinvolge istituzioni, politici, università e mondo della cultura: domani mattina, al Museo Castromediano di Lecce, si aprirà un workshop con un titolo chiaro: “Verso una nuova dimensione territoriale della regione Puglia”. Dopo gli esperti, la parola passerà nuovamente alla politica: nelle mani loro mani ci sono gli strumenti per una riforma in grado di cambiare realmente un paese bloccato.

LOCANDINA CONVEGNO

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