Politica

Europee, Emiliano strappa e ricuce. La battaglia di Tsipras e Fdi-An

LECCE- Tesse, scuce, rammenda. Il lavoro di sartoria di Michele Emiliano, si sa, è imprevedibile e legato alla natura vulcanica, temperata da anni tra le onde della politica, del segretario regionale PD.
L’obiettivo del sindaco uscente di Bari è noto da tempo, ormai, e per la conquista dello scranno più alto in Regione è disposto a fare il diavolo a quattro: lo dimostrano, in tutta evidenza, i fatti delle ultime settimane che hanno portato Emiliano a riposizionarsi, da fedelissimo – pur atipico – di Matteo Renzi, a sparigliacarte a cui il premier guarda con sospetto. Soprattutto dopo la detronizzazione del segretario regionale da capolista alle europee, con conseguente rifiuto alla candidatura “di servizio” pro Pina Picierno, l’esponente piazzata in Pole position da Roma al prezzo dell’ira funesta di un Emiliano che già tesseva la sua tela da Napoli a Pizzo Calabro nella vasta circoscrizione meridionale.

Il primo cittadino del capoluogo pugliese sa come far pagare il conto al premier, e da uomo con caratteristiche non dissimili da Renzi, agita lo spettro del suo disimpegno in vista del voto per Bruxelles e seppellisce di frecce il presidente del Consiglio prendendo le difese di un Grillo, che proprio da Bari, aveva sparato raffiche – e non è una novità – contro l’ex sindaco di Firenze e il suo governo.

Emiliano non si è fatto sfuggire l’occasione e, per amplificare al massimo la delusione personale, ha giudicato il comizio del leader pentastellato condivisibile al netto degli insulti.

E nel partito, da Bari a Roma, si sono avvertite scosse pesantissime. Oggi il ras dei democratici pugliesi opta per il rammendo perché lo strappo col premier non diventi una lacerazione con effetti senza ritorno in vista delle regionali. Lo fa con i toni che gli sono propri, non certo cospargendosi il capo di cenere, consapevole di essere l’uomo forte da cui il partito non può prescindere per assicurarsi la postazione oggi appannaggio di Nichi Vendola.

Il sindaco di Bari rammenda con ago incandescente, negando problemi con Renzi col quale assicura di sentirsi quotidianamente, affermando che se qualcuno sul territorio, per danneggiarlo, puntasse a rappresentarlo in totale disaccordo col primo ministro, finirebbe per sabotare lo stesso premier gigliato.

Si affretta a lanciare la palla nell’altra metà campo, Emiliano, evitando il catenaccio che potrebbe metterlo all’angolo. Afferma con decisione di voler solo stanare i 5 Stelle, mirando a sedurre i suoi elettori e non Grillo, di godere di ampi consensi, e di poter per questo prendere parte alle primarie in proiezioni regionali senza chiedere alcun lasciapassare, neanche a Palazzo Chigi.

Si guarda con qualche patema al 25 maggio a sinistra del PD e a destra di Forza Italia, dove L’Altra Europa con Tsipras, sotto le cui insegne gareggia il partito di Vendola, e Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale lottano col coltello tra i denti per raggiungere quota 4% e ottenere rappresentanza parlamentare a Bruxelles – e ossigeno politico per non essere fagocitati da PD da una parte e Forza Italia e Nuovo Centrodestra dall’altra.

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