CronacaPolitica

MRS, Antonazzo: “Si ascolti la voce dell’ambiente ferito!”

NARDO’- Si è svolta la seconda seduta della Commissione Ambiente finalizzata allo studio del progetto presentato dalla ditta ItaSmal srl, già proprietaria della cava di calcarenite in zona “Pantalei” e richiedente un ampliamento di oltre 8 ettari rispetto ai 5 già autorizzati. In tale circostanza, i componenti della Commissione hanno differito la conferenza dei servizi convocata, dal responsabile Suap, per lunedì prossimo.

“La seduta non è giunta a una conclusione a causa delle serie perplessità scaturenti dagli impatti ambientali che, inevitabilmente, tale ampliamento produrrebbe –dichiara Salvatore Antonazzo, vicepresidente Mrs e presidente della Commissione Ambiente– Nello specifico, risultano assenti le valutazioni di impatto cumulativo che, a parere della Commissione ma, ancor più, sulla scorta di autorevoli e recenti sentenze del T.A.R., sono obbligatorie in caso di compresenza di più impianti.

Ulteriore sconcerto è sopraggiunto da un’altra circostanza: un’altra cava ha avanzato richiesta per l’autorizzazione all’immissione in atmosfera delle polveri rivenienti dagli scavi. Si tratta della località Fattizze, sempre parte del territorio di Nardò

“La notizia che perplime ancor più: nel mentre si dibatte in relazione alla concessione – o meno – della prima autorizzazione, perviene, sorprendentemente ed inaspettatamente, la seconda richiesta. Ancora una volta, nessuno sa alcunchè in merito??”, afferma Antonazzo.

Da qui la necessità di presentare una richiesta all’Ufficio dell’Area 2ˆ che la inoltrerà a sua volta all’Ufficio di Presidenza della provincia di Lecce., per richiedere l’ accesso agli atti relativi al procedimento in questione.

“Duole rilevare, per l’ennesima volta, come a soccombere sia sempre ed ulteriormente il territorio e chi in esso ci vive, già martoriato da molteplici problemi e destinato a subire ulteriori oppressioni scaturenti dalla ovvia presenza di una o più cave sul suolo neritino.  I rischi sono troppo alti -conclude Antonazzo- e gli effetti nefasti si riverbererebbero a lungo termine; pertanto, alla luce di siffatti rilievi, si ritiene alquanto superficiale presumere di risolvere la questione semplicemente con una frettolosa conferenza dei servizi. Il grido di allarme attuale è uno soltanto: “Si ascolti la voce dell’ambiente ferito!”

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