LECCE- Il bilancio risanato della Stp permette di guardare oltre. Inizia la fase due per la partecipata della Provincia, quella di nuove assunzioni di personale in sostituzione dei prossimi pensionamenti, dopo il blocco del turn over imposto negli anni della spending review voluta da Palazzo dei Celestini per evitare il fallimento e che ha visto scendere il numero dei dipendenti da 214 a 181.
Quest’anno il bilancio si chiude con un utile lordo di 189.899 euro, che, al netto delle tasse, fa 13.707 euro. Sarebbe stato più consistente se non ci fossero stati da coprire anche ammortamenti per 1,7 milioni di euro risalenti agli anni 1980- 85.
“Molti non speravano in questo epilogo – ha detto Pepe durante la conferenza stampa a Palazzo Adorno – e se abbiamo evitato di portare i libri in tribunale è anche perché il nostro maggiore creditore, la Seat, ci ha permesso di rientrare dal debito di 870mila euro attraverso rate mensili di 20mila euro, senza interessi”. Il bisturi ha recuperato una perdita strutturale di 140mila euro al mese.
Lo ha fatto ricorrendo prima ai contratti di solidarietà di tipo B difensivo di fronte a mancati licenziamenti multipli, tipologia contrattuale utilizzata fino ad un anno fa; poi, le altre strategie sono state l’esternalizzazione di alcune linee; l’acquisto di pullman da 18 metri per risparmiare sul personale; il maggiore controllo sui biglietti, che ha consentito di recuperare 70mila euro.
Adesso, appunto, si prova ad inaugurare il nuovo corso, senza prepensionamenti, che negli anni della “scelleratezza”, come sono stati definiti, hanno visto mandare in pensione dipendenti addirittura con 22 anni di anticipo.
