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Lecce, giù dalla torre. In corsa per la B diretta solo Perugia e Frosinone

LECCE- Fine di un sogno, ne comincia uno nuovo. Il Lecce targato Lerda chiude il campionato con 19 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte. Se si guarda indietro è una stagione da incorniciare da quando sulla panchina leccese è arrivato Lerda, ma in questo arco temporale trovano spazio anche i rimpianti. Non molti, ma che hanno inciso sulla classifica finale dei giallorossi, vedi le sconfitte contro il Perugia al Via del mare e quella di Viareggio.

Troppo semplice, ma anche inutile, soffermarsi sullo stop di Pisa, almeno per quanto riguarda il risultato. Ma i risultati, quasi sempre, sono figli della prestazione e quella del Lecce all’Arena Garibaldi non è stata all’altezza delle precedenti.

Una vittoria sotto la torre avrebbe permesso al Lecce di vivere una settimana da capolista alla squadra leccese. Un primato meritatissimo anche se di breve durata che sarebbe stato il giusto premio, anche se virtuale, ad una squadra che ha fatto tremare sia Perugia, a distanza, sia Frosinone , anche nel confronto diretto.

A Pisa il Lecce è mancato sotto tutti gli aspetti. E’ sembrata una squadra appagata dopo il trionfo contro il Frosinone. Eppure di mezzo c’era stata la sosta pasquale e le dichiarazioni dei protagonisti avevano creato precise aspettative. Il Lecce è entrato in campo in ritardo, dopo che il Pisa aveva segnato il gol partita con il piccoletto Giovinco; la reazione dei giallorossi c’è stata. Tre chiare occasioni da gol, due partite dai piedi di Miccoli, un’altra sprecata proprio dal capitano.

Questo per quanto riguarda il primo tempo. Nella seconda parte di gara, è stato ancora Miccoli l’ultimo a mettere in serie pericolo la porta pisana. Prima di uscire. A quel punto, sarà un caso, il Lecce si è spento. Non hanno prodotto gli effetti sperati le mosse effettuate da Lerda. In avvio di secondo tempo aveva inserito Bellazzini per Bogliacino: il pisano, al rientro dopo sette mesi, si è fatto notare per l’assist a Miccoli, dopo non è riuscito ad essere incisivo.

Anche Zigoni, subentrato a Miccoli, non ha avuto palloni giocabili. La squadra ha risentito della scarsa vena di Doumbia, frenato anche dalle attente marcature degli avversari. Insomma, la partita non è piaciuta, la vittoria serviva solo nel caso in cui il Perugia avesse perso a Salerno e il Frosinone fosse stato fermato da L’Aquila. Un a sconfitta che non deve creare allarmismi, ma i play off sono un altro campionato, è una lotteria come viene giustamente definita l’appendice del torneo che dovrà decretare la seconda promozione in serie B.

Rispetto alla passata stagione questo è un altro Lecce. Lo afferma chi vive lo spogliatoio, chi, dodici mesi addietro c’era. Lo dichiara chi vive le proprie gambe e il proprio spirito. Lo spettro del recente passato non fa paura. Adesso bisognerà aspettare domenica prossima per conoscere l’avversario del quarto di finale che il Lecce giocherà in casa, davanti al suo pubblico. Salernitana o Pontedera. I granata dell’ex Gregucci vanno a Pagani, il Pontedera riceverà la visita del Gubbio. In caso di arrivo a pari punti la Salernitana è in vantaggio nei confronti diretti e Miccoli e compagni se la vedrebbero proprio con i granata che inflissero la prima sconfitta in campionato ai giallorossi. Ma quello era un altro Lecce

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