Cronaca

Vernole, incendiò l’auto del comandante dei Carabinieri: in carcere 34enne

VERNOLE- Ad incastrarlo sono state le immagini. Quando la notte del 27 febbraio scorso armato di una tanica piena di benzina ha dato fuoco, distruggendola, all’auto del luogotenente Carmine Schirinzi, comandante della Stazione dei Carabinieri di Vernole, non immaginava che l’intera scena sarebbe stata immortalata da una telecamera di sorveglianza posizionata nei paraggi.

E invece eccolo Antonio Cucurachi, 34 anni, mentre fugge lungo la strada. In lontananza si vedono chiaramente i bagliori dell’incendio. La Skoda Octavia parcheggiata in via Enrico Toti è già avvolta dalle fiamme. Di li a pochi minuti sarà completamente distrutta:

CUCURACHI SCAPPA

Il barista di Vernole è stato arrestato all’alba dai carabinieri di Lecce che dopo due mesi di indagini hanno raccolto elementi inconfutabili sulla sua colpevolezza. E’ lui, ritengono, l’autore dell’incendio dell’auto di un collega non poteva rimanere impunito.

Un fatto grave anche alla luce del contesto temporale in cui era avvenuto. Solo il giorno prima una vasta operazione di Squadra Mobile e Ros aveva portato in carcere 43 persone e l’indagine aveva portato in carcere esponenti di spicco della criminalità organizzata che agiva anche in zona. Se i due episodi siano collegati non è chiaro nemmeno ora. Di certo Cucurachi era più volte finito nel mirino dei carabinieri di Vernole e quindi del comandante per fatti analoghi. Nell’agosto del 2013 era stato denunciato perché ritenuto l’autore dell’incendio dell’auto del medico Pedaci, sempre a Vernole.

Non solo il momento della fuga: i fotogrammi ripresi dalle telecamere riprendono anche il momento in cui, esattamente 10 minuti prima dell’attentato incendiario il 34enne riempie in un distributore di benzina nei pressi di castri una tanica e la mette nel cofano.

CUCURACHI BENZINA

La stessa telecamera di via Toti riprende il passaggio della sua auto prima dell’incendio. Il ragazzo aveva compiuto un sopralluogo preliminare, per accertarsi che tutto fosse tranquillo.

Sono stati inutili anche i tentativi di costruirsi un alibi. I sospetti dei militari si erano sin da subito concentrati su di lui. Quella stessa notte i carabinieri lo avevano cercato. Era in casa a giocare alla play station insieme a tre amici. Tutti hanno raccontato di aver trascorso insieme la serata in alcuni locali della zona. In realtà cucurachi li aveva raggiunti solo dopo aver incendiato l’auto. Interrogati ad uno ad uno i tre hanno fornito dichiarazioni del tutto discordanti. Per questo è toccata loro una denuncia per favoreggiamento.

Un altro elemento che ha portato all’arresto sono stati i vestiti: dalle immagini si vede come Cucurachi indossasse un paio di jeans e un giubbino bianco, gli stessi abiti che i carabinieri, quella notte, hanno trovato bagnati e stesi ad asciugare, come se il giovane avesse fatto il bucato di notte.

Elementi che messi insieme hanno ricostruito il quadro completo di come sono andati i fatti. Il movente, è ancora da chiarire, ma questo non ha impedito al pm Roberta Licci di chiedere l’arresto e al gip Cazzella di firmarlo.

CUCURACHI

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