TRICASE- La discarica di Tricase si estende per 17mila metri quadrati. Tanto è grande il terreno che i finanzieri della tenenza di Maglie hanno messo sotto sigilli dopo i carotaggi effettuati nelle scorse ore. Dodici in tutto quelli effettuati, in attesa degli ulteriori accertamenti che saranno disposti dalla Procura. Dal ventre della terra è venuto fuori tanti tantissimi resti di pellame. “In quantità industriale”, ha detto chi era sul posto.
In paese però si sono diffuse anche altre voci. C’è chi sostiene che gli scavi abbiano fatto riaffiorare anche rifiuti ospedalieri, con un elevato rischio sanitario. Una notizia che, allo stato, non è stata confermata da voci ufficiali. Almeno finchè i controlli accurati non stabiliranno di preciso che cosa sia stato sversato in queste discariche, sorte una dopo l’altra tra gli anni 80 e gli anni 90, e scoperte proprio lungo il tracciato della 275. Solo la settimana scorsa è tornata alla luce quella, poco distante, di Alessano.
Intanto, nelle scorse ore, sono proseguiti anche i saggi su un terreno limitrofo a quello da cui ieri, a Patù, nel giardino di una villetta, in contrada Pozzo Volito sono venuti fuori altri scarti di pellame. Ma questa è un’altra storia, ed un’altra inchiesta, avviata sempre dal pm Elsa Valeria mignone, e affidata ai carabinieri del Noe, al comando del maggiore Nicola Candido.
Nella zona in cui i carabinieri sono tornati a scavare non è stato trovato nulla, ma gli accertamenti proseguiranno e verrà passata al setaccio l’intera zona.