Cronaca

Rifiuti interrati, ruspe pronte a tornare a scavare

TRICASE- Tempo permettendo, ripartiranno nelle prossime ore gli scavi ordinati dalla Procura nei siti in cui sarebbero stati sepolti rifiuti pericolosi. Dopo Alessano, le ruspe sono pronte ad entrare in azione a Tricase. Altri due siti sono stati individuati a Patù, nel Canalone di Pozzo Volito, e a Scorrano.
A Tricase, nei pressi della cripta del Gonfalone, è presente e nota da tempo un’altra ex discarica rsu attiva fino agli inizi degli anni Novanta. Una gemella rispetto a quella di contrada Matine di Alessano, solo un paio di chilometri più a sud. Il sospetto è che in quella ex cava ci siano finiti, allo stesso modo, non solo i rifiuti solidi urbani delle civili abitazioni, ma anche gli scarti dell’industria del tessile, abbigliamento e calzaturiero, l’economia di base del Capo di Leuca in quegli anni di far west ambientale.

Nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza ha acquisito, presso gli uffici di Palazzo Gallone, la documentazione relativa all’area, mai bonificata e finita, come quasi tutte le altre, nel dimenticatoio. Si riparte da lì, dunque, dal sito indicato anche in un esposto presentato da diverse associazioni tricasine. Si prova ad incrociare le mappature dei vecchi “buchi”, come in gergo venivano chiamate le cave trasformate in discarica, con le planimetrie del progetto di raddoppio della statale 275. La coincidenza di un tracciato progettato proprio sul sito di Alessano, infatti, fa drizzare le antenne agli inquirenti. Per questo sono stati disposti ulteriori accertamenti e carotaggi.

L’inchiesta, nelle mani del pm Elsa Valeria Mignone, ha già portato al sequestro del terreno da 6mila e 400 metri quadri. Le ipotesi di reato al vaglio della magistratura sono quelle di discarica abusiva ed omessa bonifica. Ma si potrebbe arrivare a contestare la contaminazione della falda, se le analisi che dovranno essere ripetute sui pozzi di contrada Matine sveleranno il giallo della presenza di diossina nell’acqua. Entro lunedì, tra l’altro, verrà comunicato il nome del laboratorio disponibile a ripetere gli accertamenti, probabilmente quello dell’Arpa di un’altra regione come il Piemonte, visto che quello dell’Arpa Puglia è off limits per le prossime settimane.

Non c’è solo Tricase, però. Nei prossimi giorni, dovrebbero essere accelerati i tempi per l’indagine portata avanti dal Noe di Lecce su due altri siti sospetti, uno a Patù, nel canalone che digrada verso San Gregorio, e l’altro a Scorrano. Una doccia fredda per le amministrazioni locali, che al momento non hanno ricevuto comunicazione alcuna e brancolano nel buio. A Scorrano, tra l’altro, verrà effettuato in queste ore il monitoraggio della falda.

Un’idea maturata già a novembre e deliberata poco prima di Natale: al pari dell’amministrazione di Tiggiano, anche quella di Scorrano aveva già deciso di effettuare uno screening. Un’azione conoscitiva, che porterà a prelevare campioni di acqua da due pozzi, uno collocato in direzione Supersano, luogo indicato dal pentito Silvano Galati come culla di sotterramenti illeciti, e l’altro in direzione Muro Leccese. Un modo per capire se ci siano rischi di contaminazione da diossina e altri inquinanti o se, invece, si possa star tranquilli.

 

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