Politica

Europee, la sfida di Cassano a Fitto. E il Pd Puglia adesso cerca un nome forte

ROMA- Angelino Alfano, il presidente del Nuovo Centrodestra viene acclamato dall’assemblea costituente ed entra in scena sulla note di “Pride, in the name of love” degli U2. La domenica delle Palme è l’ultimo giorno di convention: tocca al vicepremier chiudere.

Alfano elogia i volontari e i militanti che con entusiasmo hanno profuso tutte le energie per realizzare quest’evento: «Tutto realizzato senza contributi statali – spiega- solo attraverso il contributo degli aderenti ci siamo riusciti». Poi, offre il suo ramoscello d’ulivo agli avversari politici: «Noi non vogliamo parlare male di nessuno, vogliamo rimettere in piedi l’Italia e creare una grande area dei moderati: non vogliamo avere come avversario un partito politico, ma la rassegnazione. Vogliamo dare speranza, liberare energie e talenti. Siamo qui perché 400 sindaci, dodicimila circoli e tanti cittadini hanno scelto il nuovo centrodestra».

Alfano rispolvera i cavalli di battaglia tanto cari al popolo di centrodestra: no alle catene della burocrazia; sì alla libertà e alla possibilità di fare impresa senza troppi vincoli; sì alla necessità di avere soldi dalle banche con più facilità per famiglie e imprese. A parte le buone intenzioni e i comizi, però, questa convention è stata l’occasione per elaborare strategie e ragionare sui candidati per le europee. Massimo Cassano, pur essendo già sottosegretario, ci metterà la faccia: scenderà in campo per sfidare a viso aperto Raffaele Fitto. A Bari sarà resa dei conti tra i due. La mossa degli alfaniani in Puglia arriva proprio nei giorni in cui Emiliano fa un passo indietro, indebolendo la lista del Pd. Ecco perché, nella direzione nazionale delle prossime ore, i democratici dovranno trovare la quadra su un nome di peso che possa contrastare, nel barese, Fitto e Cassano.

Intanto, tra gli alfaniani leccesi, a tre giorni dalla scadenza per la registrazione delle liste, c’è ancora qualche problema: il ticket Ferrarese – Caroppo potrebbe essere indebolito sia da un’ulteriore candidatura (si parla di un consigliere comunale leccese), ma anche dalla eventuale candidatura di Salvatore Negro, in quota Udc. I centristi, infatti, vogliono far scendere in campo nel listone unico con gli alfaniani la loro artiglieria pesante, ma troppi nomi salentini potrebbero determinare uno squilibrio, oltre all’indebolimento reciproco.

Poi, ci sono alcuni mal di pancia che Ferrarese, responsabile per il Salento, dovrà tenere sotto controllo: le elezioni per la segreteria nazionale, ad esempio, che si sono svolte in questi tre giorni romani, non sono piaciute a Gianni Marra, che pur essendo stato inserito tra i componenti, ha criticato il metodo di scelta dall’alto e non dal basso. Il gruppo salentino che fa capo all’assente Giancarlo Mazzotta ha un atteggiamento critico, ma costruttivo, spiegano.

Nessuno può permettersi spaccature e frizioni in questo momento delicatissimo per un partito che si gioca la sopravvivenza. Le divisioni non sono accettabili, spiegano i big, mentre è in corso un braccio di ferro con Fitto in tutta la Puglia, che probabilmente durerà fino alle regionali, e che a Copertino è stato risolto chiudendo un accordo con il Pd.

«Sappiamo bene che le europee saranno per noi un grande banco di prova – spiega Alfano – In molti non credevano che noi avremmo potuto fare tutta questa strada, ma col nostro entusiasmo faremo un grande partito dei moderati». Il Nuovo Centrodestra ha cominciato la sua marcia. Il verdetto è nelle mani degli italiani. La convention termina sulle note di “Happy” di Pharrell Williams e i numerosi partecipanti sperano che la musica non cambi dopo le elezioni.

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