Cronaca

Pedofilia, l’ambasciatore finisce in cella

TARANTO- Dopo la sospensione dal servizio, per Daniele Bosio, l’ ambasciatore italiano sospettato di pedofilia e traffico di minori , si sono aperte le porte del carcere di Manila, nelle Filippine. Il diplomatico tarantino che svolgeva la funzione di ambasciatore italiano in Turkmenistan, è stato arrestato sabato ed ora si trova in carcere, in una cella singola. Dopo la convalida del fermo, la polizia filippina ha formulato i capi d’accusa per il tarantino: pedofilia e traffico di minori.

Secondo le forze dell’ordine, Bosio sarebbe stato in compagnia di tre bambini tra i 9 e i 12 anni. A quanto pare però è ancora incerto il luogo dell’arresto: secondo il ministro della giustizia filippino, Leyla de Lima, la polizia lo ha fermato nel parco acquatico di Binyan, a 40 km da Manila. Ma ci sono versioni discordanti. Secondo la polizia, il diplomatico sarebbe stato trovato nella notte tra venerdì e sabato con alcuni bambini in un appartament. Una terza versione menziona invece l’ambasciatore con i tre minori in un parco giochi .

Bosio, 46 anni, respinge intanto ogni accusa spiegando che si tratta di un terribile equivoco. Sono pesanti però i reati che gli vengono contestati e fanno riferimento alla legge speciale delle Filippine per la tutela dei minori, del 1972, secondo cui è vietato farsi trovare in compagnia di bambini sotto i 12 anni senza legami familiari o di altra natura giuridica. La pena massima prevista da questa legge è il carcere a vita.  Bosio dopo l’arresto è stato descritto “turbato” perché “in assoluta buona fede”. Chi lo conosce racconta di una persona peraltro vicina ai bambini. Pare che proprio a Manila il diplomatico avesse contribuito al finanziamento per la costruzione di una scuola.

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