Cronaca

Ilva, Uil: “Fuori i Riva e nazionalizzare la fabbrica”

TARANTO- Ne ha sia per il governo nazionale che per la magistratura di Milano, Aldo Pugliese, segretario generale della Uil di Puglia, in tema di Ilva. “Il Governo centrale non lasci solo il commissario Bondi e si comprometta per reperire i fondi necessari all’applicazione dei piani industriale ed ambientale”. Cosi il sindacalista ai politici. Ai magistrati della procura di Milano, invece, chiede di mettere a disposizione, quanto prima, il miliardo e 200 milioni di euro sequestrati ai Riva, sempre per consentire di mettere in atto il piano industriale e il piano ambientale nei tempi previsti dall’Aia”.

La partita è decisiva e la posta in gioco è veramente alta. È questione infatti di “salvare un’azienda – spiega Pugliese – che rappresenta un pilastro non solo del settore siderurgico, ma dell’intera economia italiana”. Salvataggio complesso e delicato. Per questo il sindacalista chiama “l’esecutivo a compromettersi direttamente nel processo che deve portare al risanamento e al rilancio dell’Ilva, magari chiedendo le adeguate garanzie finanziarie all’applicazione dei piani, attraverso la Cassa Depositi e Prestiti e gli istituti bancari”. Per Pugliese l’Ilva va sottratta ai riva e va nazionalizzata, per fermare il “tracollo industriale ed occupazionale” e lo “tsunami sanitario ed ambientale” per i quali Taranto paga da decenni un prezzo troppo alto.

Un prezzo più volte quantificato attraverso dati-shock sui livelli di salute, occupazione, qualità della vita. Numeri denunciati da anni e a gran voce dalle fila ambientaliste di taranto. E, neanche con la pioggia battente di una domenica che sa di inverno, si sono fermati gli ecologisti, impegnati nella marcia per la salute e l’ambiente, a statte. Armati di k-way ed ombrelli da una parte, e striscioni e megafoni dall’altra, hanno dato cosi via al corteo nella zona industriale.

“Se puoi sognarlo, puoi farlo” è lo slogan della manifestazione che ha riunito scuole, associazioni religiose e laiche, operai, medici e chi, un’aria diversa, pulita, non solo la sogna, ma adesso la pretende.

 

 

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