Cronaca

Acqua inquinata vicino alla ex discarica di Alessano. I sindaci chiamano il Prefetto

TIGGIANO- I risultati delle prime analisi sono per il momento “top secret”, ma “preoccupanti” al punto da costringere i tre sindaci di Alessano, Tiggiano e Tricase a riunirsi e a decidere di scrivere al Prefetto una lettera da inviare in queste ore. Il nodo è serio: lo stato di inquinamento della falda in contrada Matine, la stessa in cui la Procura ha inviato le ruspe per scavare nell’area della ex discarica di Alessano.

La stessa in cui tra gli anni ’80 e ’90 sono state autorizzate tre discariche tal quali dai tre rispettivi Comuni, tutte mai bonificate e sospettate, stando al racconto reso all’Indiano da un ex operaio, di aver accolto non solo rifiuti solidi urbani ma anche scarti industriali.

Da alcuni campioni di acqua prelevati in zona è stata rilevata la presenza di tracce di diossina. Questo è l’unica cosa che al momento si sa, visto che le bocche restano cucite. Non si conosce in che misura eventuali inquinanti siano presenti, se e di quanto eventualmente superino le soglie previste dalla legge, se, insomma, la situazione sia tale da dover richiedere decisioni ad hoc oppure se si possa stare tranquilli. Si va con i piedi di piombo, com’è ovvio. E senza creare allarmismi di alcun tipo.

Innanzitutto perchè si attende l’ufficialità dei dati da parte di Arpa Puglia, a cui si è chiesto, in quanto unico ente accreditato, di ripetere le analisi. I prelievi, infatti, sono stati condotti da un laboratorio privato per conto del Comune di Tiggiano, l’unico che si è mosso all’indomani della puntata della nostra trasmissione d’inchiesta, mandata in onda a novembre. Sono stati prelevati campioni di acqua da quattro pozzi destinati all’irrigazione. Il primo è collocato ad una distanza di appena 50 metri dal sito in cui nelle scorse ore, sotto il controllo della Guardia di Finanza, sono stati effettuati i carotaggi che, effettivamente, hanno confermato la presenza di rifiuti, per quanto non sia dato ancora sapere di che natura.

L’ultimo pozzo ispezionato è a distanza di quasi 2 km. E qualche anomalia sarebbe emersa, perchè non si avrebbero valori via via più contenuti man mano che ci si allontanata dalla ex discarica e ciò fa drizzare le antenne, tanto da chiedersi se ci sia un nesso di causalità o se il fenomeno sia da attribuire ad altro e se riguardi solo quella zona o buona parte del Capo di Leuca.

Sono tutti interrogativi, tutte ipotesi. Venti giorni fa, il dossier del Comune è stato inviato ad Asl, Arpa, Regione Puglia e acquisito nella mattinata di mercoledì dai finanzieri delegati alle indagini. Anche questo avrebbe fatto accelerare i controlli. Ora si attende di sapere. Nella consapevolezza che da soli i Comuni possono fare poco, anche solo per conoscere lo stato vero della situazione della falda.

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