Politica

Parlamentarie M5S, in pole position due neretini: Casili e Ronzino

LECCE- I partiti tradizionali dovranno fare i conti, alle europee e alle amministrative, con l’incognita Grillo. Il Movimento 5 Stelle sta vivendo la fase delicatissima delle parlamentarie, con polemiche annesse sulla platea ristretta di attivisti deputata a scegliere il proprio candidato.  “Grillo risponde tranchant che “Berlusconi nomina chi gli pare, decidendo da solo, mentre qui decidono dei semplici cittadini”.

Intanto,  è iniziato il secondo turno delle parlamentarie per la circoscrizione meridionale: sono rimasti in campo 24 candidati. Su YouTube tanti i video di auto-promozione, che Crozza ha utilizzato per i suoi sketch. Al primo turno ha avuto più voti la tarantina Rosa D’amato, entrando di diritto nella lista. Tra i 24 nomi del secondo turno  ci sono i candidati di Nardò Cristian Casili e Alfredo Ronzino, quest’ultimo sempre molto critico durante gli incontri provinciali con la gestione leccese del movimento.

Ha buone chance anche Mario Conca di Gravina di Puglia. Dalle 13 alle 24 gli attivisti torneranno a votare e nelle prossime ore si saprà il risultato: il sistema è gestito dalla Casaleggio e associati, che hanno il loro quartier generale a Milano. Grillo non si occupa di queste questioni pratiche, non spetta a lui sorvegliare sui sistemi informatici. In pole position dunque ci sono due neretini appartenenti a due diversi meetup: prima erano uniti, ma poi, da tre anni a questa parte, c’è stata una scissione.

Ronzino, che punta su uno slogan molto utilizzato, “l’Europa dei popoli”, è stato sempre una voce critica all’interno del movimento: spesso in conflitto costruttivo con i parlamentari leccesi, per le sue richieste di maggiore trasparenza e coinvolgimento dei territori. A breve il verdetto. Beppe Grillo punta sul sentimento popolare di profonda intolleranza verso l’Europa dell’austerità  e verso politiche monetarie che continuano a generare disoccupazione ed è sicuro che questa è la volta buona per fare meglio del Pd.

I sondaggi avvalorano la sua tesi: pur essendo dietro ai democratici, c’è un 20 per cento di astensionisti da cui poter attingere per fare il colpaccio. Il Movimento 5 Stelle è nelle piazze proprio per smuovere chi non vota. Gli astensionisti abituali potrebbero fare la differenza: i partiti tradizionali sono avvertiti, compresa Forza Italia, che nei sondaggi spesso slitta al terzo posto.

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