OTRANTO- Il progetto del porto turistico di Otranto, dopo oltre sei anni di attesa, si “arena” per il diniego che arriva dall’arpa e dalla sovrintendenza. Ora l’iter prevede che la conferenza dei servizi, ricevuti questi pareri negativi, si esprima sulla via, la valutazione di impatto ambientale. Ma il sindaco Cariddi non ci sta. Non intende incassare questi “no” senza fare delle precisazioni: in primis, sottolinea come il parere della sovrintendenza si arrivato dopo tanti anni dalla prima convocazione. Anni durante i quali nessuna perplessità è stata avanzata sull’opera.
Ora, invece, per la sovrintendenza il progetto “comporterebbe la radicale trasformazione fisica, percettiva e visiva dell’area, con il conseguente annullamento dell’identità stessa dei luoghi”.
Ma il sindaco spiega: “Il progetto del porto è un’opera condivisa dalla popolazione locale, che in più occasioni ha manifestato, in questi anni, il suo consenso; è prevista dal Piano Regionale della portualità; ha il consenso dell’Unione dei Comuni di Terra d’Otranto; ha ricevuto il parere positivo di ben 19 Enti, comprese associazioni ambientaliste. Noi crediamo che di fronte a tanto e tale consenso, che condivide un’idea di sviluppo sostenibile per il nostro territorio, l’idea della Soprintendenza di pensare al mondo che ci circonda come un contesto compiuto, immodificabile, da conservare così com’è, magari storicizzando anche i cementi degli ultimi decenni, e considerando tutto il nuovo come deleterio e distruttivo sia semplicemente anacronistica. Ancor più in questa fase storica in cui c’è l’esigenza forte di ripensare i nostri modelli di sviluppo, non certo orientabili verso un’industrializzazione spinta, ma verso la valorizzazione turistica del nostro patrimonio. Senza servizi e infrastrutture adeguate tutto ciò resterà solo un sogno”.