BRINDISI- La maggioranza del Comune di Brindisi rappresenta le lobby del carbone e dei rifiuti. Questa l’accusa lanciata da Brindisi Bene Cmune che, a margine del consiglio monotematico sull’energia, continua a criticare l’operato della maggioranza guidata dal sindaco Mimmo Consales. In particolare, il movimento rappresentato in aula dal capogruppo Riccardo Rossi prende in esame quanto licenziato a proposito di Enel ed Edipower.
“La maggioranza – scrive Rossi in una nota – approva un documento in cui si impegna il sindaco ad approfondire su Edipower, mentre per le altre aziende ad avviare delle consultazioni, cosa che oggi con le Autorizzazioni Integrate Ambientali non significa nulla. Consultazioni al fine di arrivare alla costituzione di una “Fondazione Brindisi 2050”. Una vera farsa, sulla pelle dei brindisini che attendono oggi risposte concrete sulla tutela della salute e sulla possibilità di definire un nuovo modello di sviluppo” .
Ma le critiche ad un consiglio Comunale sì “atteso” ma che, dopo il suo svolgimento, si è prestato ad appellativi come “teatrino”, “farsa” e chi più ne più ne metta, arrivano, in maniera più implicita ma altrettanto ficcante, anche dall’interno del partito Democratico. Il Capogruppo Pd in Regione Pino Romano se la prende, però, con le divisioni della politica.
“Non si riesce purtroppo ancora a comprendere – scrive il democratico – che in questi anni i problemi dell’ambiente e del suo inquinamento, non riescono a trovare una soluzione proprio a causa delle divisioni della politica.Quanto accaduto in Consiglio comunale a Brindisi – sottolinea Romano – è l’ennesima dimostrazione che troppo spesso si preferisce rispondere alle logiche di gruppo e di partito, piuttosto che affrontare seriamente questioni che ci portiamo avanti da 30 anni”.
Che la “strana maggioranza” Pd + Nuovo Centrodestra” cominci a non piacere ai maggiorenti del Pd fuori dai confini cittadini del capoluogo, lo ha fatto capire anche il segretario Provinciale Maurizio Bruno. “Serve una verifica politica” – aveva detto il francavillese, cui l’alleanza con gli Alfaniani non è mai andata giù.