Politica

Parlamentarie col “trucco”, il Pd: “Convinti della nostra estraneità”

BRINDISI- Parlamentarie col “trucco” in casa Sel e Pd, dopo l’ufficialità di giudizio diretto per 25 imputati per cui lo stesso pubblico ministero Nicolangelo Ghizzardi ha firmato i decreti di citazione, il Partito Democratico di Brindisi, rimasto fino ad ora in silenzio, prende posizione e, con una nota prodotta dalla segreteria Provinciale,” esprime piena solidarietà nei confronti dei componenti di seggio delle Primarie PD-SEL indagati, con la certezza che l’operato degli stessi è stato sempre improntato al rispetto della legge”.
L’inchiesta riguarda le votazioni primarie del gennaio 2012 in provincia di Brindisi, quando gli elettori di Pd e Sel furono chiamati, nello stesso giorno, ad esprimere la loro preferenza su chi, tra i candidati, sarebbe poi stato inserito nelle liste per il parlamento.

L’accusa, per tutti gli imputati, è di falso in scrittura privata.  Un’ipotesi di reato nata proprio dalla denuncia di Francesco Colizzi, candidato alle primarie per il parlamento con Sinistra Ecologia e Libertà. Il medico ostunese, aveva rilevato e annotato numerose anomalie nei risultati delle parlamentarie, almeno se confrontati con il numero dei partecipanti. Anomalie, poi, che hanno trovato riscontri, sembrerebbe, anche in alcuni filmati, fonte anonima ma forniti agli investigatori da Colizzi, registrati durante le operazioni di voto e scrutinio. Non è un caso che tutti gli indagati siano scrutatori o comunque militanti dei Comuni di Torre S. Susanna, Erchie, Torchiarolo, Mesagne, Carovigno e San Vito dei Normanni, raggiunti lo scorso gennaio dagli agenti della Digos cui è spettato il compito di notificare l’informazione.

Ora, il responsabile per la giustizia dei democratici Brindisini Valerio Longo, manifesta sì “piena fiducia nell’operato della Magistraturama ribadisce anche “il convincimento sull’assoluta estraneità delle persone inquisite nella vicenda giudiziaria che li vede loro malgrado coinvolti”.

La tesi del pd provinciale è, insomma, che a giudizio ci vada anche chi, semplicemente per aver ricoperto il ruolo di Presidente o scrutatore nei seggi dove, secondo l’accusa, si sono verificate irregolarità, è asoslutamente estraneo alla vicenda.  Che è destinata, in un caso o in un altro, a fare giurisprudenza.

Le “primarie”, infatti, non devono sottostare ad alcuna legge elettorale. E l’inchiesta della Procura Brindisina rappresenta una sorta di Premiere. Su cui, però, il Pd tiene, evidentemente, a puntualizzare come ” tutti coloro che sono stati impegnati nei seggi lo hanno fatto volontariamente, gratuitamente e per spirito di servizio nei confronti della comunità politica di cui fanno parte”.

Tutto bene, tutto giusto. L’importante, appunto, è che, invece che alla comunità, il servizio non sia stato reso a un singolo candidato.

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