LECCE- Quel che è certo è che la barca è salpata dalle coste greche con 30 persone a bordo. Era diretta nel Salento, ma non ci è mai arrivata. Era il 7 febbraio e, in mare, si è persa ogni traccia di quel viaggio verso l’Italia di 30 migranti di origine asiatica. Insieme a quella barca, ne è partita un’altra, contemporaneamente, e quella sì, ha raggiunto la costa salentina.
Ma dove è finito l’altro natante? L’appello, disperato, ad indagare, è arrivato dai parenti delle persone a bordo ed è stato raccolto e diffuso dallo “Sportello dei diritti”. La signora Rosi Bove D’Agata, responsabile del settore immigrazione, si è attivata per informare il Cir (Consiglio Italiano Rifugiati), l’Acnur (l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e le forze di polizia marittime. Si teme il naufragio, perchè nessuna delle 30 persone a bordo si è messa in contatto con le famiglie in alcun modo ed è passato più di un mese.
La richiesta è che vengano immediatamente attivate le ricerche del barcone disperso, sperando non si sia verificata l’ennesima tragedia del mare. La mente va subito al dramma del naufragio di novembre 2011 quando, al largo di brindisi, un barcone si rovesciò e i migranti in cerca di fortuna trovarono la morte.