Cronaca

Tares alle chiese, reprimenda durante la messa: “Il Comune ruba denaro ai poveri”

FRANCAVILLA- Nessuna folgorazione sulla via di Damasco e, quindi, nessun ripensamento da parte del Comune di Francavilla che ha applicato la Tares, unico caso in Salento, anche alle Chiese, anche ai luoghi di culto in senso stretto. Andando incontro, così, alle lamentele dei parroci e, in particolare, la dura reprimenda lanciata dall’arciprete don Alfonso Bentivoglio durante la santa messa della domenica mattina presso la Basilica Minore di piazza Giovanni XXIII.

Ovvero, il luogo di culto che, più di tutti gli altri, è andato incontro ad una vera e propria stangata da quasi 10mila euro suddivisa in due tranche. la prima, già pagata, ha evidentemente ispirato l’uomo di Chiesa che, senza mezzi termini, accusa l’amministrazione della Città degli Imperiali di aver rubato denaro ai poveri e agli umili.

“Il Comune – ha detto don Alfonso ai fedeli durante la celebrazione – ci ha richiesto 5mila e 173 euro per la Chiesa, oltre 800 per la Mensa Caritas e quasi 2mila per le aule di catechismo. Il resto, per un totale di 9mila e 280 euro, per le chiese di Santa Rita, del Crocifisso e di san Giovanni”. Denaro che, secondo il prete, sarebbe potuto servire, tra le altre cose, per ripulire la facciata sporca di guano dei colombi e dalle erbacce. Oppure per risanare l’umidità apparsa in alcuni punti interni dovuta “al ritardo del Comune ad avviare i lavori”.

Ma l’amarezza, secondo il prete, “è soprattutto perché la Basilica, la Casa di Dio, la mensa per i poveri e i locali dove si educano i ragazzi ad essere rispettosi ed onesti, sono state equiparate ad un supermercato o ad una salumeria”.

Una vera e propria offesa, quindi, “alla santità di Dio o ai Santi”. Insomma, don Alfonso si è proprio arrabbiato. Tanto che lui stesso, in questa “dichiarazione” si lancia un evangelico parallelismo. “Gesù – ha detto il prete di fronte ai fedeli – ha perso la pazienza ed ha usato la sferza di cordicelle solo una volta: quando ha visto la casa di Dio ridotta ad un mercato”.

Le tue tabelle Tares imposte dall’amministrazione sono peraltro state affisse alla porte del tamburo della Basilica, lasciate così al giudizio dei fedeli e soprattutto a quello di Dio.

“La nostra amarezza e la richiesta di ottenere giustizia – ha concluso don Bentivoglio – la affidiamo al Signore che è giusto e misericordioso”.  Nel caso, sicuramente più di madonna Maria Rita.

 

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