Cronaca

Rame “bruciato”, 700 chili trovati al porto. Sequestro, denuncia e indagini

BRINDISI- Ben 700 kilogrammi di rame di quantomeno dubbia provenienza trovati all’interno di un furgone in partenza per la Grecia. La scoperta, effettuata dalla Guardia di Finanza di Brindisi in collaborazione con l’ufficio delle dogane, allo scalo di Costa Morena, nel porto di Brindisi. L’oro rosso era stato occultato all’interno del mezzo, condotto da un autotrasportatore di origine bulgara, senza alcuna autorizzazione e, quindi, senza alcun documento di trasporto che ne attestasse origine o provenienza.
Abbastanza per una denuncia in capo all’autista del furgone, accusato di ricettazione e traffico illecito di rifiuti. Abbastanza, pure, perché tanto il camion quanto il suo carico fossero messi sotto sequestro. Abbastanza, in fine, per spendere qualche minuto sul fenomeno del furto di rame, specialmente cavi, che proprio nel Salento e in provincia di Brindisi sta assumendo dimensioni sempre più imponenti.

Lo chiamano “oro rosso”, e non è un caso, per vie delle quotazioni da capogiro raggiunte sui mercati internazionali, in netto crescendo nell’ultimo decennio. Facile, quindi, capire perché il furto e la ricettazione del rame siano fenomeni in continua ascesa, soprattutto nel sud Italia degli impianti fotovoltaici e delle centrali energetiche che del prezioso metallo, per l’appunto, fanno largo uso. Il rame usato non ha una quotazione ufficiale e, proprio per questo, ha attirato le attenzioni della malavita locale, pronta ad evadere i numerosi ordini che giungono dall’estero. Attualmente, sul mercato regolare, le quotazioni del rame oscillano tra i 7 e gli 8 euro al kilogrammo. Situazione ben diversa sul mercato nero.

Il metallo, a seconda del “venditore”, parte da un minimo di 3 euro fino ad un massimo di 5 euro al kilogrammo, con un evidente risparmio per chi lo acquista e, soprattutto, con grandi guadagni per chi lo ricetta. Spesso, dall’Italia, il rame “bruciato” viene “esportato” all’estero. Nell’ultimo caso scoperto dalla finanza, l’oro rosso era destinato, probabilmente, all’Europa dell’Este passando, appunto, dalla Grecia. Brindisi, in tal senso, si conferma uno degli Hub principali per l’intero Sud Italia. Che si tratti di rame, di tarocchi o di droga, poco cambia.

Per questo, sono ora in corso approfondimenti investigati da parte degli uffici doganali e delle fiamme gialle, chiamate, eventualmente, a smascherare un traffico ben più importante per numeri e dimensioni.

 

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