LECCE- Non solo versi, non solo pagine di un libro. Bodini, l’uomo, è rimasto inedito finora. Nel centenario della sua nascita, è il viaggio dentro quella persona che Lecce intraprende, dentro il suo pensiero, le sue relazioni culturali, dentro il lavorio continuo della ricerca delle origini dei popoli mediterranei come radice della cultura europea. Racconterà questo la mostra che si apre sabato pomeriggio nel museo Must, nel centro storico. Un titolo significativo: “Un uomo condannato al coraggio”. Perchè?
250 immagini della sua vita, della produzione letteraria, i suoi articoli, le pagine di giornali e riviste che di lui hanno riconosciuto la fama di autore, traduttore, poeta, e poi le riproduzioni, da ascoltare, quelle di attori che rileggono i suoi scritti. Così, un’altra volta, fa ritorno, nella sua città, “il gitano pugliese Vittorio, suicida più che morto, e la sua voce di surrealista borbonico, la sua indifesa tempesta”, come disse nel 1970 Ruggero Jacobbi.
Un altro tassello che si aggiunge al mosaico che si sta ricostruendo per Lecce Capitale della cultura 2019. Alla mostra, infatti, si affianca, finalmente, ciò che si chiedeva da anni, si predicava da sempre: ricordare che via Carlo Russi era la famosa via De Angelis, quella che Bodini cantò.
Onestà e coraggio, ha ripetuto Airan Berg. Con queste due armi il Salento prova a diventare la “pianura del sud” dove inizia e non “finisce l’Europa”.