PARABITA- La legge Severino non presenta vizi di inconstituzionalità. Il consigliere di Parabita, Stefano Prete, dovrà farsene una ragione. Il Consiglio di Stato, infatti, ha rigettato il ricorso d’appello proposto dal consigliere comunale, sospeso dopo una condanna non definitiva per reati contro la Pubblica Amministrazione, in questo caso per il reato di abuso d’ufficio ai danni dello stesso Comune di Parabita, difeso dall’avvocato Pietro Quinto. Si trattava di una fattispecie prevista espressamente dalla Legge Severino come motivo di sospensione dalla carica di consigliere comunale sebbene la sentenza non fosse definitiva e la condanna fosse anteriore alla elezione alla carica di consigliere comunale.
Il Consiglio di Stato ha testualmente affermato, con una decisione che assume un valore interpretativo su scala nazionale, che la Legge Severino non ha voluto “sopprimere l’istituto della sospensione ma anzi conservarlo tanto è vero che ha chiesto al legislatore delegato di <<disciplinarla>> vale a dire recepirla nel testo unico”.