NEW DEHLI- Niente pena capitale, ma rischiano 10 anni di carcere. Destino ancora in bilico per i due marò in india. Destino che però potrebbe definirsi ad ore. È attesa infatti sul verdetto della Corte Suprema indiana, che dovrebbe esprimersi sul piano giudiziario del caso. L’Alta Corte, inoltre, dovrebbe decidere di non invocare l’articolo della legge antipirateria che se applicato, implicherebbe la pena di morte. Stando ad alcune anticipazioni della stampa indiana, l’India punterà su un capo di imputazione più mite rispetto a quello degli atti di terrorismo, contestando quindi il reato di violenza in mare. Dopo due anni insomma , tra rinvii a giudizio e slittamenti di udienze, di decisioni e di accordi tra i due stati, una decisione sul futuro dei due militari potrebbe arrivare.
Il rischio è che la Corte Suprema insista, sulla giurisdizione del caso, quale competenza dell’India. Intanto rassicura l’inviato del governo italiano Staffan de Mistura che l’Italia ha un piano di risposta per ogni eventualità: “Ora l’accusa deve scoprire le sue carte – afferma – e per ognuna di queste abbiamo pronte le contromosse”. Alla notizia degli eventuali 10 anni di carcere si è detta invece indignità ed interdetta Emma Nonino, ministro agli affari esteri: “Il nostro impegno – dichiara il ministro – per riportare a casa Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è oggi più forte che mai”.
L‘udienza in arrivo insomma, sperando che l’India non sorprenda ancora con altri slittamenti, sarà decisiva per il futuro del militare tarantino Latorre e del suo collega Girone. La tensione in città intanto è alle stelle. E la preoccuopazione cresce soprattutto nelle famiglie dei due fucilieri.