ROMA- Il ministero dell’Interno indiano è d’accordo che per il caso dei marò non sia invocata la pena di morte, ma che sia comunque utilizzata la legge antipirateria (Sua Act) che la prevede. Ora la questione passa al procuratore generale Vahanvati, che dovrà quindi riuscire a risolvere tale discordanza.
Nel frattempo è intervenuto il ministro della Difesa Mario Mauro: “La partecipazione italiana a future missioni antipirateria è legata alla positiva soluzione della vicenda giudiziaria dei due marò, che dovrà concludersi con il loro rientro a casa con onore”.