TRICASE- Che la matrice fosse dolosa, gli investigatori lo avevano sin dalle prime battute. Del resto le fiamme, appiccate a più riprese nello studio di una psicologa, a Tricase, in Via Dante Alighieri, non lasciavano spazio ad alcun dubbio.
L’autore si è introdotto nelle stanze al primo piano di questo stabile e, dopo aver cosparso di liquido infiammabile carte, documenti ed altri oggetti, ha portato a termine, senza esitazioni, il suo piano criminoso, lasciando che il fuoco si propagasse liberamente. Un gesto plateale che nasconde, probabilmente, un disagio interiore. I carabinieri della Compagnia di Tricase non hanno tardato a dare un volto ed un nome al responsabile del rogo.
Un paziente in cura dalla stessa dottoressa, sulla trentina, della zona, già fermato dagli inquirenti. Cosa lo abbia spinto a tanto non è ancora completamente chiaro, anche se, da prime indiscrezioni, l’ipotesi più accreditata sembra essere quella personale, se non addirittura passionale. Tutto per un amore impossibile, non corrisposto, per la sua analista, una 32enne di Supersano, felicemente sposata e, tra l’altro, al settimo mese di gravidanza.
E mentre in Via Dante Alighieri si procede con la stima dei danni, non pochi, provocati dalle fiamme, nel pomeriggio i militari della Compagnia dei Carabinieri di Tricase hanno tratto in arresto il giovane 29enne originario di Patù con l’accusa di essere l’autore del gesto. L’uomo è stato fermato mentre era a bordo della sua autovettura, sul viso ancora i segni della fuliggine, all’interno del mezzo due flaconi contenenti liquido infiammabile, lo stesso utilizzato per appiccare incendio.
Indagini accurate hanno permesso di accertare che il 29enne, risultato positivo all’alcoltest, è lo stesso autore di altri tre incendi avvenuti tra dicembre e gennaio, tutti ai danni dello stesso studio medico. Una volta arrestato è stato accompagnato presso una comunità terapeutica del posto.