Cronaca

Appartamenti al posto della pajara, il Tar dà l’ok: “Soprintendenza ritardataria”

SALVE- Ci risiamo. Si sdogana la strada alle ferite al paesaggio. Di nuovo, nel Capo di Leuca. E per lo stesso motivo: la Soprintendenza si pronuncia oltre i limiti previsti e il Tar di Lecce dà l’ok alle ruspe. Il caso, già sollevato ad agosto dopo il via libera all’ampliamento di una villa con piscina a due passi dal Ciolo, si ripete alle Pescoluse, marina di Salve: giù una pajara, al suo posto quattro appartamenti.

L’Unione dei Comuni “Terre di Leuca” aveva negato l’autorizzazione paesaggistica, proprio perché la Soprintendenza si era espressa in senso contrario. Peccato che lo abbia comunicato dopo mesi, mentre la soglia è fissata in 45 giorni. Solo rispettando questo limite il suo parere può essere considerato vincolante. Ed è qui l’inghippo che ha portato i giudici di via Rubichi ad accogliere il ricorso del proprietario del terreno contro Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza, Unione dei Comuni Terre di Leuca, Comune di Salve e Regione Puglia.

La documentazione relativa all’intervento è pervenuta alla Soprintendenza il 27 luglio 2012. Dopo il preavviso di diniego (inviato il 13 febbraio 2013) e le osservazioni di parte arrivate dopo 2 settimane, il parere negativo è stato rilasciato il 18 giugno. Ben oltre il termine di 45 giorni. Questo ovviamente ha effetti a cascata: l’Unione dei Comuni non poteva negare l’autorizzazione limitandosi a richiamare il no tardivo della Soprintendenza, ma doveva, eventualmente, motivare da sé. Non è la prima volta che accade, si diceva. L’esempio più eloquente è stato Santa Cesarea Terme, con i comparti 13 e 14.

Dalla Soprintendenza, l’architetto Francesco Canestrini ha già avuto modo di far sapere che “la notevole estensione del territorio vincolato determina un’ingente quantità di richieste di costruzione, concentrate in massima parte sulla fascia costiera e nell’entroterra agricolo e che rallentano l’attività di tutela e salvaguardia del territorio, ciò che l’Ufficio esplica pur in presenza di una estrema carenza di organico. Una tutela efficace del paesaggio può ottenersi soltanto con l’azione concorrente dei Comuni, delle Commissioni locali per il paesaggio e dei progettisti”. Parole cadute nel vuoto, finora.

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