Politica

I sindaci del Salento perdono pezzi: calo dei consensi per tutti

BARI- Gli amministratori del Salento fanno passi da gambero, almeno nella classifica dei sindaci più amati d’Italia. – 3,5 punti per il leccese Paolo Perrone, – 4 per il brindisino Mimmo Consales, addirittura -9 punti percentuali per il tarantino Ippazio Stefano. Questo, almeno, dice il sondaggio Governance Poll 2013, condotto dalla società Ipr Marketing e pubblicato dal Sole 24 Ore, relativo al gradimento ottenuto dai protagonisti della politica locale.

In Puglia, l’unico a poter decisamente sorridere è Michele Emiliano, sindaco di Bari prossimo alla scadenza del secondo mandato, alla candidatura alle europee e alla corsa alle regionali. Scala 23 posizioni, con + 9 punti percentuali rispetto allo scorso anno e +6 rispetto alle amministrative del 2009. Sale sul podio, dunque, al secondo posto in Italia.

Più indietro e, si diceva, stranamente stavolta arranca, c’è il sindaco di Lecce, Perrone: – 5,3 punti percentuali rispetto al giorno dell’elezione, ma comunque conquista il 12′ posto con il 59% dei consensi ed è il secondo esponente locale di Forza Italia con più appeal, dopo Alessandro Cattaneo, di Pavia, primo in assoluto. Erosione galoppante del consenso per Mimmo Consales, che non va oltre il 62esimo posto, incassando il 50% tondo tondo.

Non c’è storia, ahinoi, per Ippazio Stefano: a lui la maglia nera in assoluto, secondo i sondaggisti, visto che è proprio l’ultimo tra tutti, 101esimo, assieme al sindaco di Alessandria, Maria Rita Rossa: rispetto al grande sostegno ottenuto alle amministrative del 2012, con un ballottaggio aggiudicato con il 69,67% delle preferenze, perde un qualcosa come quasi il 30% dei voti.

Poi, c’è il capitolo governatori e il loro “gradimento disperso”. E qui non viene risparmiato neppure il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che arretra di una posizione e si piazza non più all’ottavo ma al nono posto, perdendo il 3,7% dei consensi. Non un tonfo sordo, come per Sardegna, Calabria, Umbria e Abruzzo, ma comunque un consenso che si sgonfia quasi alla fine del mandato, sebbene continuerebbero a votarlo 45 cittadini su 100.

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