Cronaca

Arrestato Cerroni, scosse anche sulla discarica Formica

BRINDISI- Il terremoto che si è abbattuto sul re delle discariche di Roma, Manlio Cerroni, fa sentire le sue scosse anche nel Salento. Del suo impero, infatti, fa parte la discarica Formica e a finire agli arresti domiciliari ci sono pure due suoi uomini di fiducia, che con Brindisi hanno avuto e hanno ancora molto a che fare: Francesco Rando e Piero Giovi, quest’ultimo a capo del cda della società Formica Ambiente, appunto. Per tutti l’accusa, a vario titolo, è di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti e truffa per vicende che, è bene precisarlo, non riguardano Brindisi, bensì il Lazio e la gestione della spazzatura nella capitale.
Tuttavia, si diceva, esiste un filo rosso che unisce i protagonisti di quella faccenda al Salento. È la matassa sbrogliata dall’Indiano di Telerama lo scorso 7 novembre, nella puntata dedicata ai rifiuti fantasma: seguendo il filo delle dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone, intrecciando documenti parlamentari e visure camerali, è stato ricostruito il collegamento tra la discarica di Pianura, gestita dalla società vicine alla camorra, e la Formica di Brindisi.

Pianura era gestita da una società che aveva per direttore tecnico, fino all’88, Giuseppe Giordano, che in quegli anni era anche amministratore unico della Ines sud srl, la società che gestiva la discarica Formica di Brindisi, dove in quegli anni si smaltivano le ceneri della centrale di Cerano. Dopo vari passaggi, al suo posto ne è divenuto amministratore Francesco Rando, oggi agli arresti domiciliari. Tra i soci, la Formica Ambiente srl, che al posto della Ines sud ha poi gestito la discarica brindisina, il famoso duo Ugolini- Fiorillo, che si ripete in diverse società legate alla vicenda di Pianura.

Fiorillo, nel frattempo, fino al 2008, era diventato anche consigliere nella Systema Ambiente srl. Di chi è quest’ultima? Una quota che sfiora il 30% ce l’ha proprio la Formica Ambiente e a capo del cda ha avuto Manlio Cerroni, “l’ottavo imperatore di Roma”, com’è chiamato, il re delle discariche romane, compresa quella chiacchieratissima di Malagrotta.

È nel suo gruppo che oggi rientra anche Formica Ambiente. Alla guida del cda c’è Piero Giovi. Chi è? Quel che si sa è che è stato consigliere in un’altra società più che nota alle cronache nazionali: la Slia, nella cui proprietà abbiamo ritrovato quel Francesco Rando della Ines sud di cui sopra, gestore, inoltre, di Malagrotta. Per presunti illeciti smaltimenti in quella discarica fu anche arrestato.Sulla Slia si è abbattuta, poi, interdittiva antimafia e dalle sue ceneri è sorta la Enerambiente, società veneta che ha gestito a lungo l’appalto della raccolta rifiuti nel capoluogo campano e fallita nel febbraio 2012. Sarà sicuramente un caso, ma ha avuto per amministratore delegato l’avvocato Giovanni Faggiano. Nome più che comune a Brindisi e provincia.

Arrestato nel giugno 2012, per la seconda volta, nell’ambito di un filone di inchiesta sui presunte truffa, estorsione e corruzione. Per appalti irregolari, sempre con la Enerambiente, era stato arrestato anche nel luglio del 2011.

È quella la stessa società che venne posta sotto “osservazione” dagli inquirenti, perché considerata riconducibile ad un personaggio indicato quale anello di congiunzione tra il clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia e la Sacra Corona Unita. Il quadro che viene fuori è impensato. Ogni casella si incastra in un tetris fatto di passaggi societari legittimi, certo, ma di coincidenze che sollevano interrogativi.

E’ compito della magistratura ora fare chiarezza. E capire se si tratta davvero solo di coincidenze o, piuttosto, di un filo d’Arianna rimasto invisibile per tanto tempo.

Chiarezza, si diceva. Indispensabile, specie ora che la Formica Ambiente, dell’impero di Cerroni, ha presentato nuova istanza per la riapertura della discarica, chiedendone un ampliamento fino a una capienza  837mila metri cubi e la costruzione di una sopraelevata  di 250 mila metri cubi.

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