LECCE- Bandiera a mezz’ asta, nel cortile mazzi di fiori e poi le lettere che i compagni di Andrea hanno scritto durante la ricreazione e che hanno voluto attaccare fuori dai cancelli rimasti chiusi e inaccessibili per tutta la mattinata, a proteggere un dolore immenso, improvviso.
E mentre fuori in via Pozzuolo continua il consueto via vai di gente , tra il supermercato e il parco giochi dei bambini, iniziano a comparire i primi manifesti, dentro la scuola i ragazzi si sono riuniti in assemblea. Nel giorno più triste della storia di questa scuola, c’è spazio solo per le lacrime.
Lecce e Campi sono unite dal dolore. Il sindaco Perrone ha deposto un mazzo di fiori raggiungendo in tarda mattinata la succursale dello storico liceo scientifico leccese, mentre il primo cittadino di Campi ha proclamato per oggi, giorno dei funerali, il lutto cittadino.
“Non si può morire a 17 anni , non a scuola”, è la frase che campeggia su questo striscione e che sembra racchiudere il pensiero di tutti.
Ma ora non c’è posto per le polemiche: si è trattato di una tragica fatalità, come scrivono nero su bianco gli alunni e i professori della quarta I, la classe di andrea: nessuno ha lanciato il giubbotto di andrea oltre quella grata maledetta, e nessuno lo ha spinto. Tutti i ragazzi, quando il pavimento è bagnato dalla pioggia sono soliti appoggiare il cappotto su quella ringhiera. È il vento ad aver fatto cadere quello di Andrea. Le uniche cose che che i suoi compagni ricorderanno sono per sempre sono il vento, il volo e il sorriso di Andrea.