Politica

Crisi politica ad Oria, venerdì vertice verità. Pomarico: “Inviterò anche Marinò”

ORIA- Proseguire ancora, facendo quadrato e, quindi, portando avanti il cronoprogramma già stilato dal sindaco per il 2014 o, piuttosto, gettare la spugna, prendendo atto, eventualmente, di una situazione non più recuperabile. Di questo, e di altro, si parlerà nell’atteso vertice di maggioranza che, venerdì, tra le mura di Palazzo di Città, segnerà uno step deicisvo per il futuro dell’amministrazione guidata dal sindaco di Oria Cosimo Pomarico.

Un vertice cui dovrebbe partecipare, il condizionale è d’obbligo, anche il consigliere Mauro Marinò. Ovvero, l’esponente di Noi Centro, considerato fino a solo qualche settimana fa fedelissimo del primo cittadino, ha ritirato la fiducia al sindaco e quindi, tecnicamente, aperto la crisi.

«Tale decisione, molto sofferta – aveva scritto Marinò – scaturisce a seguito delle diverse vedute nella gestione anche delle più elementari problematiche della città: il sindaco farebbe bene ad ascoltare chi, già in passato, gli ha dato dimostrazione di assoluta fedeltà e competenza senza farsi puntualmente ricattare sempre dalle stesse persone e senza mai assumersi in prima persona, le responsabilità politiche ed amministrative che gli elettori gli hanno affidato, compromettendo puntualmente i rapporti con chi assolutamente non lo merita».

Alla base della decisione, sembrerebbe, la diversità di vedute tra Pomarico e il collega di partito circa alcuni atti e decisioni amministrative. Su tutte, l’eventuale commissariamento del Rione San Basilio.  Da allora, sono passate 3 settimane. E tra i due, a quanto è dato sapere, non vi è più stato alcun contatto. Eppure, Marinò al vertice sarà comunque invitato. Ce lo conferma lo stesso Pomarico.

“Non fosse altro – ci spiega il primo cittadino – che riteniamo sia corretto che le motivazioni dietro questa scelta vengano spiegate alla maggioranza”.

La speranza di Pomarico è che Marinò possa ripensarci. Un’eventualità che, forse, non è poi così remota. Senza il voto del “dissidente” la maggioranza non esiste. E, a meno di acquisti dell’ultima ora, si rischia di tornare tutti a casa.  Il sindaco, compreso il suo, dispone ora di soli 8 voti. Le opposizioni, invece, ne hanno 9. Basterebbe un solo voto per rigirare nuovamente la frittata a favore del primo cittadino.

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