Cronaca

Tap, il 4 gennaio la via regionale si esprimerà sul Gasdotto

BARI- Tempo quattro giorni e si saprà se il Comitato per la Valutazione d’impatto ambientale regionale concederà parere positivo o negativo al gasdotto della tap. La data di convocazione è fissata per il 4 gennaio.

Il parere sarebbe dovuto arrivare entro fine anno perché poi la palla passerà a Roma e, come si sa, è in quella sede che si giocherà il destino del progetto da un lato e del territorio dall’altro. Il Comitato è composto da 23 componenti. I dirigenti dell’assessorato all’ambiente e della Via, Autorità di bacino Arpa, esperti nelle materie connesse e rappresentanti delle province. Tutti tecnici. La politica resta fuori.

Nei corridoi della Regione come in quelli dell’Arpa le bocche sono cucite. Nessuno azzarda dichiarazioni ufficiali sul responso del comitato via. Ma a denti stretti, più di qualcuno è certo: l’ipotesi Melendugno presenta troppe criticità. E dunque nessuno lo dice ma tutti lo pensano.

Quel parere a naso dovrebbe essere negativo. Come già avvenuto a settembre del 2012 quando il Comitato di esperti si è riunito per valutare lo stesso progetto e ritenne che la documentazione era insufficiente specialmente relativamente all’impatto che l’opera avrebbe avuto su una zona così delicata.

Si vedrà anche perché come è noto alla Via regionale spetta un parere obbligatorio ma non vincolante. Ma di certo non è di poco conto. Anche perché sarebbe in parte integrato dal processo partecipato che per la prima volta è stato adottato. Un modo di fare che per l’assessore alla Trasparenza Gugliemo Minervini diverrà prassi. “Perché – ha detto – le decisioni da ora in poi si prendono dalla base e non dal vertice e soprattutto le tensioni vanno affrontate a viso aperto senza fuggire più da un possibile scontro seppur animato con il territorio”.

Nel frattempo il dibattito prosegue. La Provincia di Lecce si è detta ancora una volta contraria al progetto che prevede l’approdo del gasdotto a Melendugno. Legambiente Puglia non chiude le porte al metano. Anzi, dicono, dovrebbe essere l’alternativa al carbone. E si rilancia l’ipotesi di Cerano. Non si sa se destinata a rimanere carne sul fuoco del dibattito o ipotesi credibile che potrebbe prendere corpo.

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