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“Lo spirito del grano”, incontro con Cecilia Mangini

CASTIGLIONE D’OTRANTO- Sarà Cecilia Mangini, la maestra del cinema del reale, la protagonista assoluta della seconda edizione dello “Spirito del Grano”, la manifestazione invernale che il Comitato Notte e la Casa delle Agriculture Tullia e Gino organizzano a Castiglione d’Otranto. L’evento si terrà nel centro storico, in Piazza della Libertà, questa sera sabato 28 dicembre, a partire dalle ore 18.30.
Dalla passione per la terra alla ricerca dei riti intimi del Salento, “Lo spirito del grano” torna per incontrare una delle registe e fotografe italiane più degne di questo nome, Cecilia Mangini. Quello di Castiglione d’Otranto è l’unico appuntamento a cui ha accettato di partecipare negli ultimi mesi.

A dialogare con lei saranno Isidoro Colluto e Donato Nuzzo, attivisti dell’associazione che da oltre un anno, nel comune di Andrano, porta avanti, con la formula del comodato d’uso gratuito, il recupero di terreni abbandonati, dando loro vocazione biologica.

Questa esperienza, diventata punto di riferimento per una nuova agricoltura nel Salento, si confronterà con chi ha scrutato in maniera critica le periferie d’Italia negli ultimi cinquant’anni. Cecilia Mangini ha iniziato, infatti, la sua attività di documentarista al fianco di Pier Paolo Pasolini nei lavori documentaristici “Ignoti alla città” (1958) e “La canta delle marane” (1960).

I documentari. A Castiglione si inizierà con la proiezione del suo “Stendalì- Suonano ancora” (1960) e de “La passione del Grano”, dello stesso anno, del marito Lino del Fra’.  Il primo è dedicato ai canti funebri della Grecìa salentina. La pellicola ricostruisce uno degli ultimi esempi dell’antichissimo rito di lamentazione funebre che sopravviveva ancora, all’epoca, in questo lembo meridionale della Puglia. Il documentario contiene le immagini che la regista, all’epoca 33enne, ha raccolto e registrato a Martano.

“La passione del grano”, invece, ripercorre l’antico rituale contadino della mietitura. In Basilicata, per “vendicare” la morte del grano, i contadini prima cacciavano e uccidevano un capro, poi spogliavano una donna e donavano le vesti ai campi, come augurio di fertilità. “Il mietere era avvertito come un colpevole uccidere, di cui si portava il rimorso e si temeva la vendetta: il grano sopportava una violenza estrema, pativa una passione decisiva”, scriveva Ernesto De Martino, consulente scientifico del documentario di Lino Del Fra.

Chi è Cecilia Mangini. “Il bello del documentario è capire a 360 gradi la realtà che si sta filmando, rimanendo sempre in ascolto, sempre in attesa di qualcosa che paradossalmente può arricchire il progetto originario: Quando questo evento si materializza e lo si riesce a cogliere con la macchina da presa, allora si ha in bocca un sapore di verità che nessun film di finzione può avere”. Nata a Mola di Bari nel 1927, Cecilia Mangini ha avviato la sua macchina da presa nel 1958, fianco a fianco con Pier Paolo Pasolini. Uno sguardo rivolto sempre agli ultimi, a scrutare i margini: le periferie cittadine in “Ignoti alla città” (1958) e “La canta delle marane” (1960), ispirato al romanzo “Ragazzi di vita”; i retaggi arcaici del Salento delle “prefiche” in “Stendalì” (1960); i drammi sociali legati al boom economico in “Essere donne” (1965) o in “Brindisi ’66” (1966); la sessualità e l’aborto in “Comizi d’amore ’80”, solo per citare degli esempi. Per il suo impegno civile attraverso il cinema e la sua attività di eccellente fotografa, nel 2009 è stata omaggiata nel NodoDoc Festival di Trieste. Nel 2012, ha raccontato e sostenuto le mobilitazioni di Taranto contro l’inquinamento prodotto dall’Ilva.

La serata sarà la prima occasione in cui potranno essere scambiati i semi autoctoni che la “Banca dei semi salentina” ha iniziato a raccogliere. Un modo per recuperare il patrimonio della biodiversità orticola, frutticola e floricola di questa terra. In Piazza della Libertà si terranno, inoltre, il mercatino biologico, degustazioni dei prodotti della campagna, canti e musiche di “Io, te e lu Pati”. Il tutto nel consueto clima corale di festa, che caratterizza ogni evento organizzato dal Comitato Notte Verde e dalla Casa delle Agriculture Tullia e Gino, così com’è stato per la Notte Verde, “Chi semina utopia raccoglie realtà” e per la presentazione della prima petizione contro l’uso dei pesticidi e concimi chimici.

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