Cronaca

Ex Galateo, nessuno lo vuole. E sprofonda nelle non gestione

LECCE- Quando il cancello si apre, cigolando, la storia riprende a scorrere nelle vene di uno dei luoghi più bistrattati di Lecce. Ci sono due date a raccontare la vita dell’ex ospedale Galateo. E anche la sua assurda mortificazione. La prima è lì, sul cornicione all’ingresso: anno XII dell’Era Fascista. Era il 1934 e Benito Mussolini era in città a inaugurare questo sanatorio, lavori diretti dall’ingegnere Oronzo Pellegrino, padre del senatore Giovanni.
Il mosaico è intatto sul pavimento. È questo l’ospedale che venne utilizzato per la cura della tubercolosi prima, per quella del cancro al polmone poi. 4 piani e un seminterrato, 3600 mq, stile liberty e murature in cemento armato. Nel 1962 divenne di proprietà dell’Inps, che conserva una parte del parco, 8 anni dopo dell’ente ospedaliero, nel 1997 della Asl. Ora, è finito nell’elenco della società di cartolarizzazione della Regione Puglia. Messo in vendita.

Ma fino ad oggi non è stata presentata alcuna proposta di acquisto. E le ipotesi avanzate sono andate via via sfumando: da quella di trasferire qui gli uffici della Provincia, con tanto di accordo già sottoscritto, a quella di convertirlo nel futuro ospedale pediatrico leccese o in polo per i poveri. Il prezzo stimato dall’Agenzia del territorio, quasi 16 milioni di euro, è  il deterrente più forte a qualsiasi approccio ed è ciò che ha mandato a monte i piani di palazzo dei Celestini, che nel 2009 aveva stimato i costi complessivi di acquisto e restauro in 21,5 milioni di euro.

Nel giro di pochi anni, lo scenario è mutato. L’orizzonte traballante della vita delle province, la spending review imposta agli enti locali, la forte crisi economica tirano il freno a mano. E oggi si naviga a vista. È la non gestione che sta costringendo l’ex Galateo a collassare su se stesso. All’interno, sembra ci sia stato un terremoto, per quanto le strutture portanti siano integre. I vandali e le intemperie hanno messo a soqquadro quello che rimane delle vecchie camere, quelle con la veranda a vista sulla pineta, oltre che degli ambulatori ancora con la targhetta dei medici. Porte antincendio fissate pochi mesi prima dell’abbandono, lavori di ristrutturazione nell’ala della radiologia appena avviati.

Questo mondo autosufficiente che era l’ex Galateo, dove si allevavano anche i maiali, dove lavoravano, all’inizio, carcerati e reietti, questo mondo è rimasto chiuso, dall’agosto del 1998. ed è questa la seconda data a segnare la vita della struttura. È fissa, su un calendario ancora appeso e non più sfogliato da allora. All’esterno, il grande parco da 20mila metri quadri, si sta trasformando in un cimitero di alberi. Nessuna cura, se non quella per la colonia felina qui esistente, grazie all’impegno dell’associazione Randage.  Il resto è invisibile agli occhi.

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