Cronaca

“Le commesse tornano a Trenitalia”, operai Omfesa sul piede di guerra

TREPUZZI– “Si è saputo che i curatori hanno dato a Trenitalia la disponibilità a portare via il lavoro presente in azienda”: non è una notizia ancora confermata dagli stessi curatori fallimentari, ma circola con insistenza e tanto basta per riportare gli operai Omfesa sul piede di guerra. La protesta sbarcherà di nuovo in Prefettura, perchè è nel cuore di Lecce che i quasi cento lavoratori vogliono trovare risposte di fronte a una situazione che ritengono si sia aggravata. “Sarebbe un modo di agire scriteriato. I curatori stiano calmi e ci facciano portare avanti la trattativa”, dice Salvatore Bergamo della Cgil.
È lotta contro il tempo. Dalla Regione Puglia, l’assessore allo Sviluppo Economico, Loredana Capone, ha inoltrato nelle scorse ore richiesta di incontro urgente al Ministero, incontro da tenersi possibilmente prima del 10 dicembre, giorno in cui è fissata l’udienza per il contenzioso in corso tra Trenitalia e azienda, rappresentata in questa fase, appunto, dai curatori, l’avvocato Carlo Stasi e Serenella Luchena. Si è chiesto che al tavolo partecipino le istituzioni locali, la Regione, oltre che Trenitalia e la Curatela Fallimentare, per decidere che fare in merito alla ricollocazione dei lavoratori per le attività di manutenzione delle carrozze ferroviarie giacenti nello stabilimento.

Ad ora nessuna risposta. Ma il nodo è tutto qui. Quelle carrozze sono l’ultimo appiglio a cui legare il futuro dei lavoratori. Se vengono meno, di fronte ai possibili acquirenti calerà inevitabilmente l’appeal della società, già svenduta un anno fa ad Ennio De Leo a meno di duemila euro, e di conseguenza si affievolirà la speranza di ripresa dell’attività lavorativa. Lo sanno tutti. È anche per questo che il contenzioso da un lato e lo stallo istituzionale dall’altro spaventano. L’ultima volta a Roma, non più tardi di un mese fa, Trenitalia avrebbe comunicato la propria disponibilità ad un incontro entro novembre. “Non abbiamo parlato di date- dice invece Leo Caroli, assessore regionale al Lavoro-. Tuttavia, stiamo trattando per averne una a stretto giro”. La sabbia nella clessidra scorre. E la rabbia monta.

 

 

 

 

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