Cronaca

La Cassazione lascia Archinà ai domiciliari

TARANTO- Girolamo Archinà, l’ex responsabile delle relazioni istituzionali dell’Ilva, indagato nel filone di inchiesta secondario denominato “Ambiente svenduto” e nato dall’indagine madre sul disastro ambientale causato dal polo siderurgico di Taranto, non tornerà in carcere ma rimarrà agli arresti domiciliari concessigli per motivi di salute. Lo ha deciso la Sesta sezione penale della Cassazione. I supremi giudici hanno infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal pm contro l’ordinanza con la quale, lo scorso 14 maggio, il Tribunale del riesame tarantino aveva disposto i domiciliari per Archinà.

L’ex pr è accusato di corruzione perché avrebbe consegnato in una stazione di servizio una bustarella con 10mila euro per ammorbidire la relazione che il consulente della procura Lorenzo Liberti avrebbe dovuto scrivere sulle fonti dell’inquinamento atmosferico a Taranto. Archinà è accusato anche di aver tenuto contatti con politici e amministratori di Comune, Provincia e Regione, dirigenti e giornalisti, per favorire la politica aziendale dell’Ilva.

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