Cronaca

“Monitorate quei fumi industriali”, esposto in Procura con 500 firme

SOLETO- 500 firme tonde tonde. 500 cittadini che hanno apposto il proprio nome in calce all’esposto depositato in mattinata in Procura, a Lecce. A farlo, formalmente, l’associazione Nuova Messapia, ma in rappresentanza dei cittadini firmatari. Il nodo: le emissioni industriali nell’hinterland Galatina-Soleto, da riconsiderare soprattutto alla luce dei dati del Registro Tumori della Provincia di Lecce, quelli che confermano che quel distretto è il più colpito da neoplasie legate all’apparato respiratorio.

Già nel 2008, il Piano Regolatore della Qualità dell’Aria, redatto per conto della Regione Puglia da Arpa Puglia, CNR, ISAC Università degli Studi di Bari e di Lecce, ha ribadito che il territorio compreso tra i comuni di Soleto, Galatina, Sogliano Cavour, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto è già fortemente condizionato dalla presenza di quasi il 50% degli impianti dell’intera provincia di Lecce ritenuti insalubri. È lì che, come si evince da questa cartina, si susseguono le aziende Minermix, Zincogam, Fonderie De Riccardis, Nuzzaci Strade, Salento Bitumi e Colacem.

Uno dei bitumifici, è scritto nell’esposto, “è addirittura situato a poche centinaia di metri dal centro abitato”. Inoltre, “meraviglia come sia possibile che tali attività dal fisiologico alto impatto ambientale possano operare liberamente in simili condizioni nonché con anomala ubicazione in zona agricola”.

A dare la stura alla raccolta firme e poi all’eposto sono state le continue segnalazioni da parte di molti cittadini relative a forti miasmi, soprattutto nei mesi estivi, oltre che il costante rinvenimento, quasi quotidiano, di sospetti aloni e talvolta macchie sulla biancheria fresca di bucato stesa ad asciugare all’aria aperta. Il dubbio è che siano causati da pulviscoli ultrafini e pigmenti di micropolveri inquinanti.

Ciò lascerebbe pensare, secondo Nuova Messapia, a sistemi di filtraggio dei fumi alquanto scadenti. Nonostante la concentrazione nella stessa zona di tanti opifici, per legge si prevedono controlli solo limitatamente a pochissimi inquinanti potenzialmente immessi in atmosfera, per poche volte all’anno e spesso con autocertificazione prodotte dalla ditta. Nessun monitoraggio in continuo, anche a tutela delle numerose aziende agricole e di allevamento.

È per questo che con l’esposto depositato e anche durante l’incontro in mattinata con il sostituto procuratore Antonio Negro gli ambientalisti chiedono monitoraggi ambientali mirati in atmosfera, nel suolo, nel sottosuolo, nonché nelle acque sotterranee sottostanti con analisi del latte materno, di ovini e caprini.

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