Cronaca

Inquinamento di acque e suolo? Nuovo fascicolo sulle zincherie

DISO- La Procura di Lecce apre un nuovo fascicolo sulle Zincherie Adriatiche di Diso. Al momento a carico di ignoti, è da precisare, ma è nato dopo un esposto depositato di recente da parte di un residente della zona. S’indaga per attività di gestione di rifiuti non autorizzata, in particolare in riferimento a presunti nuovi scarichi di acque reflue industriali, senza autorizzazione (artt. 256 e 137 d.lgs. 152/2006).

Il fascicolo, in mano al sostituto procuratore Antonio Negro, si sta arricchendo di nuovi elementi, acquisiti dai carabinieri del Noe di Lecce, delegati alle indagini. Mercoledì, infatti, i militari hanno effettuato un sopralluogo in azienda e acquisito una corposa documentazione fotografica prodotta da alcuni cittadini residenti in quella zona a cavallo tra Diso e Spongano, immagini che documenterebbero presunte anomalie sugli scarichi delle acque reflue industriali.

È d’altronde su queste che si era concentrata anche l’attenzione della Provincia, stimolata dalla sentenza del Tar di Lecce, che aveva puntato il dito contro le sue analisi carenti sull’opificio e aveva disposto la necessità di assoggettamento a Via dell’impianto. Ad agosto, Palazzo dei Celestini aveva scritto all’Arpa per chiedere di effettuare “ulteriori campionamenti di terreno in prossimità delle trincee di dispersione delle acque meteoriche al fine di verificare i risultati forniti dalla società e avere un quadro completo del livello di inquinamento riscontrato”.

Le prime analisi, comunicate dal Servizio Ambiente della Provincia di Lecce e svolte dall’azienda, dopo la diffida provinciale, avevano detto, infatti, che “i valori di alcuni parametri per i terreni superano quelli previsti per i siti a destinazione residenziale e, pertanto, potrebbero essere segnalatori di processi di contaminazione in evoluzione”. A sforare le soglie sono gli indici di Cadmio, Zinco e Cromo esavalente, tutti metalli pesanti in grado di incidere pesantemente sulla salute umana.

Intanto, però, le Zincherie continuano a lavorare, nonostante siano sotto sequestro dal 2011. L’accusa contenuta nel primo fascicolo è di getto pericoloso di cose. Il pm Negro ha autorizzato la produzione fino al 25 febbraio 2014, dietro cauzione di 100mila euro, con provvedimento specifico (provvedimento ex art 85 delle Disposizioni di attuazione Codice procedura penale), che prescrive limiti relativi all’orario e prevede la prescrizione di cambiare la filiera o il luogo in cui la filiera è prodotta, se non ci si adegua entro i prossimi tre mesi. A meno che non si rinnovi di nuovo l’autorizzazione.

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