ROMA- In Italia sono in tutto 330 mila. Di questi, solo in Puglia, se ne contano 13 mila. Sono i lavoratori in cassa integrazione in deroga finiti nel limbo dei fondi che non ci sono.
Solo in questa regione, il fabbisogno ammonta a 297 milioni 74 mila euro. Una stima che dà pieno conto di quanto la situazione sia drammatica. Il quadro è stato fatto, qualche giorno fa, dall’assessore al Lavoro della Regione Leo Caroli.
La beffa è che le richieste sono anche calate a causa dei criteri più stringenti entrati in vigore a febbraio. Ma ciò non toglie che i lavoratori già beneficiari della cassa integrazione in deroga sono un esercito che attente risposte. Concrete. E proprio su queste risposte che si sta concentrando la trattativa tra gli assessori regionali e il Ministero.
L’Inps non ha i soldi per pagare, il Ministero li deve cercare e le Regioni distribuire. Ma il meccanismo è inceppato a monte.
La Puglia per ora ha potuto contare su 135 milioni di euro in parte derivante dai fondi europei dirottati proprio per tamponare un’emergenza che qui si fa sentire più che altrove. In questi giorni il governo ha sbloccato per tutti, 500 milioni necessari per coprire gli arretrati. Ma, nonostante ciò, ancora non bastano. Solo per i primi quattro mesi dell’anno sono stati spesi per la cassa integrazione in deroga 36 milioni di euro. E 72 milioni per la mobilità in deroga.
Ad oggi è buio pesto su quello che accadrà da gennaio. L’ultimo accordo, infatti, segna la data del 31 dicembre. Ed è su questo che gli assessori regionali la prossima settimana torneranno a mediare in sede di conferenza Stato-Regioni. Ma sebbene da Roma spiri il vento di tempesta, in Puglia ci pensa l’assessore competente a diradare l’aria pesta.
“La cassa integrazione in deroga, in Puglia, nel 2014 ci sarà”. E’ questo che l’assessore Leo Caroli ci dice in modo categorico. “Non ci può essere altra soluzione. Il Governo deve finanziarla, battaglieremo fino all’ultimo perché questo accada. E sono certo che accadrà.”continua. Caroli però va oltre. E anticipa che nel tavolo della prossima settimana si tornerà a contrattare anche su un’altra questione. E cioè quella di estendere, per le aziende che allo scadere dei 24 mesi di aiuti non abbiano risolto la crisi, il sostegno degli ammortizzatori sociali di ulteriori mesi.
Quanti? Altri 12 è la proposta più spinta. 6 è quella più moderata. Il risultato lo si conoscerà solo al termine di un altro lungo ed estenuante braccio di ferro tra Governo e Regioni.