LECCE- “Sin da quando ero piccolo, mi soprannominavano Leonzio”. Così Andrea Perrone, uno dei 15 arrestati nel corso del blitz Remetior 2 ha cercato di scagionare il fratello Leonzio. E anche lui, da parte sua, ha dichiarato di non avere nulla a che fare con le amicizie del fratello.
Si sono aperti nelle scorse ore, al carcere di Borgo San Nicola, gli interrogatori di garanzia degli indagati, ammanettati dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi, alla guida del maggiore Giuseppe Maniglio. E, davanti al gip Simona Panzera, sono comparsi i primi sette arrestati, tra cui Marianna Carrozzo, la compagna di Leandro Luggeri, il presunto capo dell’organizzazione sgominata dagli investigatori.
Tutti sono rimasti in silenzio, tranne i fratelli Perrone. Andrea, in particolare, dopo aver difeso il fratello maggiore, ha respinto le accuse e risposto a tutte le domande del giudice, fornendo la sua versione dei fatti. Lui, con le accuse che vengono mosse nei suoi confronti, non avrebbe nulla a che vedere.
Il loro legale, l’avvocato Marco Pezzuto, al termine degli interrogatori, ha avanzato richiesta di scarcerazione per Leonzio Perrone. Una richiesta su cui ora si pronuncerà il giudice, dopo aver ricevuto il parere del pm Alessio Coccioli, titolare del fascicolo d’inchiesta.
L’organizzazione criminale colpita nelle scorse ore sarebbe responsabile dello spaccio di grossi quantitativi di droga, rapine e tentati omicidi. Gli interrogatori di garanzia proseguiranno nelle prossime ore.