MANDURIA- Era il 1990 quando, secondo le sconcertanti rivelazioni del pentito Carmine Schiavone, sarebbero stati stoccati rifiuti tossici al sud, toccando il Salento, inclusa la provincia di Taranto. Il clan campano dei Casalesi infatti, sempre stando al racconto di Schiavone, avrebbe pensato a Manduria quale destinazione di uno dei carichi di rifiuti smistati in tutto il meridione. Nel ’90 proprio a Manduria, in contrada Scapolata Chianca, dove si trovano le due discariche Li Cicci e Manduriambiente, furono recuperate oltre 9 tonnellate di sostanze nocive.
Recupero documentato da un’ordinanza comunale di allora che incaricava la Cemerad di Taranto allo smaltimento. Smaltimento che però l’ impresa di stoccaggio non avrebbe mai effettuato. Ma allora che fine hanno fatto quelle 9 tonnellate di sostanze tossiche? La situazione rifiuti, è noto , è di emergenza a tutt’oggi.
Sia le discariche Li Cicci che Manduriambiente sono sature e non possono più coprire le esigenze del territorio. Una questione per la quale 17 sindaci della provincia si sono messi in moto attivando anche la regione. C’è da stabilire se e quando ampliare o spostare la discarica di Manduriambiente, in attesa anche della autorizzazione integrata ambientale. La situazione intanto resta allarmante e pericolosa per l ambiente ma anche per la salute pubblica.