Politica

Marra vince e attacca la segreteria provinciale uscente. Nuovo esame dei garanti nazionali

LECCE- I casi sospetti di compravendita di tessere nei congressi del Pd vengono denunciati in 12 province, ma si andrà avanti ugualmente. Per molti le anomalie ci sono sempre state, sono un fatto fisiologico, per altri bisogna fermare tutto. Nelle prossime ore si riunirà la segreteria  e poi la Commissione per il congresso per esaminare nuovamente tutti i casi, compreso quello leccese. E’ molto difficile, però, che si decida di fermare una macchina congressuale che ormai ha già fatto il suo percorso: i congressi di Bari e Lecce si sono conclusi regolarmente, manca solo Gallipoli tra i centri più grandi che sono nell’occhio del ciclone, ma anche lì tutto dovrebbe scorrere tranquillamente, dopo il clamore per la sospensione e il commissariamento degli scorsi giorni.

A Lecce, Fabrizio Marra, candidato unico, totalizza l’85 per cento dei sì e diventa segretario cittadino per la seconda volta, dopo una breve pausa. “Teresa Bellanova, Salvatore Capone e Antonio Rotundo hanno cercato fino all’ultimo istante un altro candidato – ha dichiarato Marra – sono rammaricato perché, non essendoci riusciti, hanno votato ‘no’. La mia candidatura ha ricompattato il Pd leccese: ho accettato questo nuovo impegno per rimettere in piedi un partito penalizzato dalla balcanizzazione e dalla ‘non politica’ della segretaria uscente”.

Nelle prossime 24 ore dovrebbe rientrare anche il caso Gallipoli, perché è stato raggiunto un accordo tra i 4 candidati: è stato bloccato il tesseramento e sarà riconfermata la vecchia segreteria. Non mancano le polemiche in altri congressi cittadini: anche ieri alcuni componenti della segreteria di Alessano hanno denunciato 50 tesseramenti sospetti di gente che non si era mai vista prima.

Qualcuno ha parlato addirittura di infiltrati o elettori di destra. La scena è sempre la stessa un po’ ovunque: pochissimi partecipanti durante le discussioni e “battaglioni improvvisi di iscritti” durante il tesseramento. Nonostante i malori e le tensioni, però, le votazioni si sono concluse regolarmente.

Piconese procede spedito, con 50 delegati su 200, verso il congresso provinciale dell’8 novembre, seguono Toma e Rampino, ultimo Santoro. Mancano il 30 per cento dei comuni e il ballottaggio si concretizza sempre di più. Qualcuno comincia a ipotizzare, vista la fuga del sindaco di Uggiano, una possibile alleanza tra i due candidati che hanno totalizzato meno delegati e Vincenzo Toma: solo unendo le forze potrebbero rovesciare un trend che vede Piconese sempre più vicino al traguardo.

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