Cronaca

“Pugnalate a chi si avvicina a te”, stalker in manette

LECCE- 18 anni e già sulle spalle una carrellata di denunce per stalking, minacce e percosse. Nelle scorse ore la passione di un giovane brindisino per una coetanea leccese gli è costata l’arresto per stalking.
Nonostante le diffide, le querele, i richiami del questore, dalla fine della loro relazione, alcuni giorni fa, il ragazzo ha continuato a perseguitare la sua ex con appostamenti sotto casa, chiamate continue, centinaia di sms, tutti documentati sul cellulare, pedinamenti e minacce di morte: accoltellerò chiunque le si avvicini, era la frase più ricorrente.

Le manette sono scattate venerdì sera a Lecce, dopo l’ennesima chiamata al 113 da parte della vittima. Il ragazzo, Antonio Tommasi, si era piazzato sotto casa e le impediva di uscire. Aveva minacciato di morte anche l’amica.

Era stata davvero una storia tormentata e alla fine la ragazza aveva deciso di troncare la relazione. In passato il ragazzo l’aveva schiaffeggiata, le aveva rotto il cellulare scaraventandolo per terra, l’aveva ingiuriata anche in presenza di altre persone, anche durante la notte. Antonio Tommasi l’aveva anche seguita in città strattonandola in viale de pietro davanti alla gente.

Tre giorni dopo, il Tommasi tornato a casa della ex le chiedeva spiegazioni su dove fosse andata e come mai non rispondesse al telefono, ma si era poi allontanato poco dopo.

La ragazza, sentendosi tranquilla, era uscita da casa nel pomeriggio e, mentre stava attraversando viale De Pietro, si è sentita afferrare alle spalle e spintonare dal Tommasi che, in lacrime, la supplicava di tornare con lui, alternando momenti di pianto a reazioni di rabbia e violenza.

Il 31 scorso, l’uomo ha chiamato per quattro volte l’amica della sua ex per avere il nuovo numero di cellulare, preannunciando pugnalate a chiunque avesse osato avvicinarsi alla sua donna e si è di nuovo presentato casa sua. Questa volta, l’arrivo della volante è costato caro al Tommasi che è stato arrestato e condotto presso la locale casa circondariale a disposizione dell’AG.

Di quanto dichiarato in denuncia è stato trovato riscontro a seguito del sequestro del cellulare del molestatore

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