LECCE- Il congresso provinciale del Pd leccese si farà nella data stabilita: 8 novembre. Nonostante le perplessità, le polemiche e i veleni, tutto si svolgerà nei tempi previsti. E’ Matteo Orfini a garantirlo, uno dei dirigenti più importanti del Pd di area dalemiana, che riassume tutto in una frase: “Non esiste un caso Lecce”.
Eppure sono in molti a sentire puzza di bruciato. L’onorevole Morassut, inviato come osservatore speciale, ha scritto una relazione inquietante, che parla di clima teso e guerra tra bande. Alcuni parlamentari come Salvatore Capone e Teresa Bellanova hanno manifestato più di qualche perplessità. C’è anche Maritati a gettare benzina sul fuoco: ha segnalato, con una lettera, gravi anomalie a Gallipoli. Orfini, però, non fa una grinza e spiega che Maritati, quando era dirigente del Pd leccese, avrebbe dovuto preoccuparsi del caso allarmante delle tessere dei circoli rimasti a zero.
Insomma, per il dirigente romano tutto questo rumore non è giustificato, perché la crescita improvvisa delle tessere è un fatto fisiologico in tutti i congressi. Nulla quaestio anche per i garanti regionali: la presidente Legrottaglie ripete che sarà monitorato ogni singolo congresso per evitare colpi bassi e tesseramenti fatti con i soldi dei capi bastone.
Le accuse lanciate dai renziani sono molto pesanti: pacchetti di tessere acquistati per gente mai vista. Piconese non ha voluto incendiare il clima già teso e ha chiesto collaborazione per il cambiamento. La situazione, però, è molto tesa: c’è chi già avverte che un segretario eletto in modo opaco non sarà riconosciuto dagli altri candidati. I vertici cercano di lavorare per svelenire il clima. Sergio Blasi non risponde a Foresio, che si meravigliava del suo silenzio, ma chiede che si torni alla normalità.