LECCE- Lecce scala le classifiche nazionali e si piazza all’undicesimo posto per incidenza di imprese giovanili. A dirlo è uno studio della Camera di Commercio, in base al quale l’apporto delle imprese giovani ha consentito di contenere al minimo il passivo del bilancio tra aperture e chiusure. Ad essere state aperte, nei primi nove mesi dell’anno, sono 745 nuove attività di under 35.
La gran parte di loro, però, il 78%, ha scelto la più semplice (e anche la più debole) forma di impresa individuale; il resto la forma della società di capitali.
Continua ad essere il commercio il settore con maggiore appeal, con il 27% delle iscrizioni, segue l’edilizia che ha raccolto oltre il 10% e il comparto della ristorazione e alberghiero che ha attratto il 7% .
Tuttavia, si zoppica ancora. Tra luglio e settembre, il tasso di crescita è stato pari a + 0,21%, tra i più bassi degli ultimi dieci anni: è di appena 151 imprese lo scarto tra le nuove aziende registrate e quelle cancellate. A Brindisi e Taranto, invece, si viaggia un po’ più veloci, con un tasso rispettivo di 0,30% e 0,31%.
Il più in sofferenza è il settore agricolo, oltre a quello delle costruzioni e del manifatturiero. Periodo nero, in generale, per l’artigianato, che pure rappresenta un quarto delle imprese salentine.
Si arranca soprattutto nei piccoli centri. A sprofondare, in estate, sono stati soprattutto i comuni di Leverano (-13), Guagnano e Salve (-8), a cui si aggiunge Lecce, dove c’è la più alta concentrazione di imprese: 90 quelle che hanno chiuso bottega. Nuove aperture, invece, nella capitale del turismo, Gallipoli, assieme a Ruffano. Le più vivaci dal punto di vista imprenditoriale, però, sono una sorpresa: Nociglia e Patù, che registrano i più alti tassi di crescita.