Cronaca

Moria ulivi: interventi per “decine di milioni di euro”, che non ci sono

LECCE– Serviranno decine di milioni di euro per fronteggiare l’emergenza della moria degli ulivi. Quanto di preciso, però, ancora non è dato sapere. L’unica certezza è che tutto il fondo di solidarietà nazionale, che ammonta a 18 milioni di euro e da spalmare su tutta l’Italia, non basterebbe per far fronte alla sola situazione salentina. Insomma, ad oggi i soldi per prendere davvero di petto la questione non ci sono.

La Regione Puglia ha trovato “qualche centinaia di migliaia di euro”, ha assicurato Nardoni, e con l’assessore al Bilancio Di Gioia si stanno cercando altre risorse fuori dal patto di stabilità. la preoccupazione è altissima, la partita è ardua e va giocata anche in Europa, che continua a rispondere picche. Per questo l’appello è stato rivolto a parlamentari, istituzioni territoriali e associazioni nazionali di categoria, perchè facciano pressione su Roma e poi su Bruxelles. Senza soldi, il rischio è che tutto il decalogo di misure reso noto durante l’incontro in mattinata presso la sede regionale di via Aldo Moro, a Lecce, rimanga sulla carta. E questo nonostante la non applicazione degli obblighi comporti il fioccare delle sanzioni.

Gli interventi sono stati descritti da Antonio Guario, a capo dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, che ha dettagliato le 4 diverse fasce di intervento. La zona rossa è quella focolaio, intorno a Gallipoli, dove gli ulivi colpiti dovranno essere estirpati e c’è il divieto assoluto di movimentare il materiale infetto. Accanto a quella, c’è poi la zona di insediamento già compromessa, dove dovranno intervenire anche Anas e consorzi di bonifica per effettuare lungo le strade trattamenti di insetticidi su oleandri e ripulire i canali. I proprietari, inoltre, dovranno ripulire i fondi dalle erbe infestanti. In entrambe queste zone, inoltre, misure durissime per i vivai: è stato sospeso il passaporto per le piante di ulivo, quercia, oleandri e mandorli e c’è il divieto di movimentare queste piante fuori da queste aree.

La terza è zona tampone, ampia 2km, dove verranno effettuate le più insistenti verifiche e vanno estirpate subito le piante già colpite. Infine, è stata individuata una zona ulteriore di sicurezza. È soprattutto in queste ultime due che, per bloccare il contagio, si concentreranno già in questa settimana gli sforzi dei 40 ispettori inviati da Roma e che si affiancheranno a quelli dell’Upa, coordinati da Angelo delle donne. In attesa che a metà mese arrivino anche due docenti dell’università di Berkeley, in California.

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