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Lecce, quinto risultato utile

LECCE- Stavolta il Lecce ci mette più contenuti tecnici, spunti tattici, gol, intensità (almeno per un tempo). A dirigere l’orchestra, finché è in campo, è Bogliacino. L’uruguaiano si piazza al centro tra Ferreira Pinto e Doumbia. Finalmente il centrocampista, per l’occasione capitano, è stato consegnato ad un ruolo più consono alle sue caratteristiche. Bogliacino tocca le corde offensive del Lecce, ma non nega la sua presenza dalla metà campo in giù facendo da anello di raccordo di una squadra che si è mossa bene, determinata, da subito.

Stesso posto, stesso angolo per ritrovare il feeling con il gol. Stessa maglia, ma posizione diversa per riconsegnare Bogliacino alle vecchie maniere. Finchè non torna Miccoli il Lecce è nelle mani di Bogliacino. Questa volta la squadra ha saputo servirlo, riconoscendone la stoffa da leader.

Capitano in tutti i sensi. Sarà un caso, ma con lui in campo il Lecce è una squadra di bravi scolari, che si applicano e coniugano bene soprattutto il verbo “segnare”.

L’Ascoli è sembrato sciogliersi subito, o meglio: non è parso irresistibile davanti ad un Lecce ordinato. Lerda ha abbandonato il 3-5-2 per tornare alla difesa a quattro con D’Ambrosio e Lopez comunque autorizzati ad avanzare, ma dispensati da prcisi compiti di spinta vista l’ampiezza della manovra data dalla presenza di Doumbia e Ferreira Pinto. Ha vinto la squadra meglio organizzata e che ha saputo capitalizzare le occasioni avute. Lerda accontentato: aveva detto di voler assistere a dei progressi negli ultimi metri. Così è stato. Forse non si aspettava tanta permissività, grazia, ma un risultato così netto aumenta la fiducia e l’autostima, premia la convinzione del tecnico e il lavoro della squadra e di squadra.

Amodio e Papini sono stati gli artigiani del centrocampo: sminuzzano le iniziative avversarie e levigano le ripartenze del Lecce agevolando il compito dei compagni davanti e cercando di non rendere soffocante quello dei compagni di ultima linea.

Nessuno sotto la sufficienza e ossigeno alla classifica, meno critica, ma la media è inferiore al punto a partita. Più redditizio il Lecce da viaggio che quello casareccio. Se anche in casa i giallorossi riusciranno a trovare il passo giusto il Lecce potrebbe scalare presto posizioni importanti.

E’ sicuramente un Lecce più in salute quello visto all’opera ad Ascoli. Testa e gambe cominciano a trovare un certo sincronismo, sulla lavagna di Lerda si può cominciare a tratteggiare percorsi tattici alternativi.

In quel di Ascoli il Lecce ha messo anche i tacchi. Ferreira Pinto, Doumbia e Zigoni non amano sicuramente indossare il grembiule, ma non si sottraggono a compiti di cottura o cucitura.

A Ferreira Pinto pare abbiano fatto bene le due settimane in poltroncina e Doumbia, rispetto alla sfida con il Gubbio, tocca numerosi palloni, procurandosi anche un rigore. Zigoni, unico attaccante centrale a disposizione di Lerda, va a segno due volte: sono i primi timbri in campionato; la doppietta arriva dopo il gol qualificazione in Coppa Italia.

Nel finale Lerda ha provato Doumbia come riferimento avanzato e Rullo nell’inedità posizione di interno.

 

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