CronacaPolitica

Assume la figlia del compagno? L’ira della base del Movimento 5 Stelle

LECCE- Partirono con l’apriscatole, pronti a far uscire il marcio che c’è dentro le sedi del potere romano, fra rimborsi gonfiati, clientele, portaborse di famiglia e vita a scrocco dei contribuenti. Ma la missione sembra essersi ridimensionata e l’apriscatole diventato apriscastolino, così come ironizza con rabbia la base. L’Hashtag è breve e significativa, insomma arriva dritta al punto.

Il “#tirendiconto” anima il popolo in rivolta del movimento pentastellato salentino che non si lascia sfuggire proprio nulla. A finire nell’occhio del ciclone la senatrice Dany Donno e la sua collaboratrice di cui non si sa quasi nulla se non che potrebbe essere una professionista a lei molto vicina, tanto vicina da condividerne il tetto.

Queste le accuse, mica tanto velate, che circolano in rete. “Aiutiamo la senatrice Daniela Donno a presenziare, a ben calcolare e a presentare la sua M.R.L. Collaboratrice?”, una vera e propria operazione trasparenza quella che si chiede alla cittadina in trasferta a Palazzo Madama per fare gli interessi degli italiani ma che, come rilevato da OpenPolis, non segue più di tanto i lavori in aula. Oltre il 20% di assenze. Insomma sul territorio lamentano la presenza della senatrice Donno, in Senato non si fa vedere, con ironia c’è chi si rivolge a chi l’ha visto. Da ricercare invece, chissà se con una taglia, il contratto del collaboratore del deputato Diego De Lorenzis.

Sarà forse più trasparente nella rendicontazione di entrate ed uscite? Macchè. Sempre sulla pagina degli attivisti salentini si scopre che i 4 onorevoli salentini non restituiscono allo Stato tutte le somme che riguardano benefit, diaria e parte dello stipendio. Maurizio Buccarella in due mesi e mezzo ha restituito quasi 14 mila euro su 50 mila euro lordi. Daniela Donno invece poco più di 10 mila euro, Diego De Lorenzis solo 8 mila euro mentre Barbara Lezzi in 3 mesi e mezzo ha restituito allo Stato 6 mila e 600 euro dei 70 mila euro lordi percepiti.

Insomma una furia francese e una ritirata spagnola quella dei cittadini del movimento 5 stelle in Parlamento che, una volta atterrati nella capitale, fanno presto ad assimilare vizi e virtù dei “romani” di lungo corso.

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